Il #Valdai Discussion Club è stato fondato nel 2004. Prende il nome dal lago Valdai che si trova vicino alla città Russa Veliky Novgorod, tra Mosca e San Pietroburgo. Lì ebbe luogo la prima edizione. Questi incontri si propongono di promuovere il dialogo delle élite intellettuali russe ed internazionali al fine di fornire un'analisi obiettiva ed indipendente degli sviluppi politici, economici e sociali in Russia e nel mondo. Questo è quanto di più desiderabile possa esserci dopo il ritorno all'attualita del tema della guerra fredda. Gli spostamenti di forze militari e i problemi in Siria hanno recentemente spostato l'attenzione sul Presidente russo.

La Russia oggi

Vladimir Putin, giovedì 27 ottobre 2016, ci dice che la Russia non ha nessuna intenzione di espandere il suo dominio né di confrontarsi con altri Paesi per quanto riguarda il suo ruolo all'interno dell’arena globale. La minaccia russa è un mito costruito che regolarmente viene riproposto ai cittadini dell’Ovest per scopi propagandistici. Perché vedere come minaccia uno dei pochi Paesi al mondo che possiede una storia di almeno mille anni? Perché deve spaventare un popolo che ha imparato ad essere orgoglioso della propria identità, libertà ed indipendenza? La politica estera russa non vuole creare falsi miti, ma guardare ai problemi reali. Questo vuol dire guidare un Paese. Saper riconoscere le criticità del nostro mondo e seriamente unire gli sforzi con gli altri Stati alla ricerca delle soluzioni.

Questo è il nostro ruolo nella politica globale e questa è la nostra politica negli affari internazionali. La stessa volontà non la vediamo da parte dei nostri partner, ci spiega Putin.

Il terrorismo internazionale e la crisi in Siria

Avevamo il terrorismo in Iraq prima dell’invasione statunitense? Non c’erano terroristi prima che il governo del Paese fosse distrutto.

Che dire della Libia? La stessa cosa. Il terrore ha colmato il vuoto creato dalla distruzione di questi Paesi. Lo stesso accade ora in Siria. Il presidente russo esorta quindi a piangere e ricordare le morti in Aleppo, Mosul, Yemen e Afghanistan. Bisogna smettere di accusare la Russia di tutto questo, prosegue Putin. Dopo lunghe negoziazioni, ampi sforzi e difficili compromessi per creare un fronte unito contro il terrorismo, fermare le violenze ed iniziare un processo politico pacifico, vediamo solo l’incapacità di individuare e raggiungere obiettivi comuni.

Il Presidente aggiunge di essere pronto a lavorare con chiunque vinca le elezioni americane per risolvere la crisi siriana, ma sottolinea che usare i terroristi per raggiungere i propri interessi non porta mai a buoni risultati. I gruppi terroristici continuano ad essere equipaggiati, addestrati ed armati nel tentativo di ottenere vantaggi politici. Questo è un gioco molto pericoloso, e Putin vuole avvertire nuovamente questi giocatori che gli estremisti sono più saggi, intelligenti e forti di loro.

Un momento divertente

Durante la sessione delle domande un rappresentante dell’Istituto Studi Strategici Internazionali di Washington si presenta affermando di avere tre domande concrete e non filosofiche. Putin controbatte immediatamente chiedendo: Sei una spia? No risponde il malcapitato ricercatore americano tra le risa del pubblico.