Silvio Berlusconi inizia un breve pellegrinaggio per i salotti televisivi in vista del prossimo referendum costituzionale, partendo da ”Porta a porta”. A Bruno Vespa rivela la sua preoccupazione: questa riforma porta un grave pericolo di deriva autoritaria, perché con l’Italicum basta un 30% dei voti, pari a circa il 15% degli aventi diritto, per decidere chi può disporre dell’Italia, grazie al premio di maggioranza, eccessivo in un sistema con tre grandi forze. Matteo Renzi si dice disposto a cambiare la legge elettorale? Per il cavaliere questa è solo una promessa, difficile da mantenere.

Il dietrofront sulla riforma

Berlusconi ribadisce che la riforma è inefficace, perché non riduce i costi della politica, accentra troppo e crea confusione nell’attribuzione di potere tra Stato e Regioni, aprendo la strada ad una marea di ricorsi. L’ex premier spiega anche come mai, dopo i primi voti favorevoli, il suo partito è passato al No: “Pensavamo che Renzi volesse un testo condiviso, per questo l’abbiamo sostenuto all’inizio – chiarisce il presidente di Forza Italia – credevamo di poter trovare un punto d’incontro, ma, dopo che gli accordi sono cambiati per ben 17 volte, abbiamo detto basta”. E così Renzi si è trovato a cambiare la Costituzione con Alfano, Verdini, Cicchitto, che “non sono certo il Real Madrid”.

Mediaset e il Sì

Alla domanda sul perché molti manager di Mediaset – a partire da Fedele Confalonieri – sono per il Sì, Berlusconi è categorico: “Temono possibili ritorsioni di chi ha il potere – spiega – ho discusso con loro e ho dovuto accettare questa posizione per il bene di risparmiatori e investitori”. Comunque, per il futuro il cavaliere non prevede grandi sconvolgimenti: il governo non cadrà perché detiene la maggioranza dei voti in Parlamento.

Matteo Renzi ha sbagliato a personalizzare il referendum per cercare una legittimazione. Per Berlusconi non ci saranno elezioni anticipate, perché deputati e senatori temono di perdere la poltrona: c’è tutto il tempo per una nuova legge elettorale che preveda il proporzionale con sbarramento al 5% per i partiti.

Renzi, l’affabulatore

Quindi Berlusconi è molto critico sulla situazione politica attuale: un regime, governato da una coalizione che non corrisponde al voto della maggioranza degli italiani. Inoltre parla di cinque colpi di Stato che hanno ribaltato la volontà degli elettori, riferendosi alle sue vicissitudini giudiziarie ed ai governi tecnici non scelti dagli elettori. Ma ammette anche le difficoltà nella ricerca di un nuovo leader del centrodestra che vada bene a tutte le componenti, tanto da proporre la poltrona ad un lusingato, ma per nulla propenso ad accettare Bruno Vespa. Infine due qualità che Berlusconi riconosce al nemico-amico Renzi, da lui definito l’unico vero leader in circolazione: la capacità di affabulare, maggiore della sua, e la giovane età che gli consente di affrontare con energia e dinamismo questi giorni di frenetica campagna elettorale.