Se l'esito del referendum costituzionale del 4 dicembre dovesse essere a favore del Sì, con il voto decisivo degli italiani all'estero, il Comitato per il No si dichiara pronto a fare ricorso, poichè, secondo i suoi esponenti, ci sarebbe il rischio che si verifichi una violazione di alcuni principi fondamentali che potrebbe portare ad un’impugnazione dell’esito referendario davanti alla Corte Costituzionale.

Il costituzionalista Alessandro Pace.

Il presidente del Comitato per il No, il costituzionalista Alessandro Pace, durante una conferenza stampa all'associazione Stampa Estera a Roma, ha attaccato duramente la riforma in quanto eversiva della Costituzione e ha affermato che, se il sì dovesse vincere proprio grazie al voto degli italiani residenti all'estero, la consultazione verrebbe impugnata davanti all'ufficio centrale del referendum e "si andrebbe davanti alla Corte Costituzionale".

Nello specifico, secondo il costituzionalista, a non essere garantito sarebbe il requisito della segretezza. "Il voto è personale, libero e segreto. Il modo con cui si vota all'estero non garantisce la segretezza, visto che la scheda arriva con una busta e l'esperienza ha già dimostrato che questa può essere manipolata" ha sostenuto Pace. Immediate rassicurazioni del Governo che assicura che tutto si svolgerà in maniera regolare.

Salvini, M5S, Pili

Il Comitato del No non è il solo a denunciare possibili brogli circa il voto degli italiani all'estero. Il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo aver annunciato, nei giorni scorsi, che la Lega farà un'interrogazione al Ministero degli Esteri a seguito di numerose segnalazioni (Salvini ha parlato di "schede che appaiono, "schede che scompaiono"), nella sua pagina Facebook, ha annunciato l'apertura di un indirizzo email a cui possono rivolgersi tutti gli italiani residenti all'estero in caso di eventuali irregolarità.

Anche il Movimento 5 Stelle, in una nota diffusa a seguito della denuncia di un italiano residente a Praga, che ha affermato di aver ricevuto due plichi identici contenenti le schede per votare al referendum costituzionale, ha annunciato di aver presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano. Dello stesso avviso il deputato sardo di Unidos Mauro Pili, del gruppo misto, che, nella sua pagina Facebook, ha pubblicato un video denunciando la mancata presenza di timbri e vidimazioni nelle schede elettorali recapitate agli italiani all'estero.

La replica di Renzi: la nostra reazione è calma e gesso

Matteo Renzi risponde alle accuse da Piombino, dove sta partecipando ad un'iniziativa per il Sì. "Oggi quelli del No dicono che se perdono faranno ricorso, - ha affermato il Premier- noi non faremo ricorsi e controricorsi, faremo una battaglia con il sorriso e parliamo del merito.

Loro hanno paura di parlare del merito perché se si capisce che la domanda è sul rendere il Paese più semplice non ce n’è per nessuno. Il tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità, parliamo del merito”. Dello stesso avviso il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che afferma: "caciara perchè non sono sicuri di vincere".

Certo è che, dopo i ricorsi, respinti, sul referendum costituzionale, presentati da M5S e Sinistra Italiana e dall'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida,e dopo il ricorso all'Agcom contro il termine "accozzaglia" usato dal Presidente del Consiglio per definire il fronte del No, gli animi non si placano e continuano a scaldarsi a 12 giorni dalla chiamata alle urne.