Cosa votare il giorno 04/12/2016? Questo il dilemma che affligge gli italiani in questi giorni. Altra perplessità riguarda il destino che spetterà all'attuale governo in carica. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi durante una conferenza stampa, aveva formalmente annunciato che qualora l'avessero avuta vinta i sostenitori del No, non solo si sarebbe dimesso, ma avrebbe addirittura abbandonato definitivamente la carriera politica.

Presunte dimissioni di Matteo Renzi?

Ultimamente il leader del Pd e premier in carica, sembra aver deciso di rivedere alcune sue posizioni, scegliendo per una minore personalizzazione della consultazione referendaria.

Il capo del governo ha infatti smesso di far riferimento alle sue eventuali dimissioni, invitando i social media e l'opinione pubblica in generale, a concentrare la propria attenzione sul testo che gli italiani sono esortati ad approvare o respingere.

Referendum costituzionale: votare sì o no?

La data effettiva in cui si terrà la votazione è il 4 Dicembre 2016. Il referendum costituzionale inviterà gli italiani ad esprimere un parere mediante il Sì o il No, relativo alla riforma costituzionale presentata dal ministro Maria Elena Boschi e sostenuta ampiamente dall'intero governo Renzi.

Le più note ragioni del Sì sono:

  • si supera il famoso bicameralismo tra Camera e Senato, con ovvi benefici di tempo;
  • la riduzione numerica dei parlamentari produrrà notevoli risparmi;
  • grazie al referendum e le relative modifiche del quorum referendario migliorerà la qualità della democrazia;
  • il Senato fungerà da “camera di compensazione”, facendo diminuire i casi di contenzioso tra Stato e Regioni dinanzi la Corte costituzionale.

Le principali motivazioni per cui gli italiani dovrebbero contrastare l’approvazione del testo Boschi-Renzi, si possono invece sintetizzare nei seguenti punti:

  • riforma non legittima prodotta da un Parlamento con una legge elettorale dichiarata incostituzionale.
  • non supera il bicameralismo ma lo rende più confuso, dando origine a conflitti di competenza tra Stato e Regioni e Camera e Senato;
  • non semplifica il processo di produzione delle leggi, ma lo aggrava;
  • accentra il potere del governo in un solo partito e un solo leader.

Ad ogni modo, qualsiasi sia la decisione assunta in merito, si invita il popolo a partecipare attivamente a questa consultazione referendaria affinché si eserciti uno dei diritti fondamentali facenti capo ad ogni singolo cittadino.