Giorgia Meloni, intervistata nel video-forum di Repubblica, non ha dubbi: “I topi stanno abbandonando la nave che affonda”. La leader di Fratelli d’Italia si spiega così l’inatteso e non troppo gradito fondo dell’Economist, schierato a favore del No al referendum costituzionale. “I poteri forti, la grande finanza internazionale e le multinazionali hanno capito che il loro burattino Matteo Renzi sta perdendo e lo abbandonano al suo destino – aggiunge la politica – comunque non capisco perché non si possa andare a votare subito, invece di subire un quarto governo di fila non scelto dagli elettori”.

Gli scenari dopo il voto

Renzi, che ha usato il referendum per ottenere una legittimazione popolare, dovrebbe dimettersi in caso di vittoria del No. Infatti, con una posizione simile a quella del Movimento 5 Stelle, la Meloni propone un ritorno immediato alle urne, magari prima cambiando in Parlamento la legge elettorale con il governo dimissionario. E lancia un chiaro messaggio a Silvio Berlusconi: "Se qualcuno nel centrodestra vorrà tenere il piede in due scarpe, dando il proprio consenso ad un nuovo governo tecnico, non sarà più nostro alleato". Se invece dovesse vincere il Sì, è probabile che si arrivi alla scadenza naturale della legislatura, perché con i dati economici attuali le elezioni anticipate non convengono a Renzi.

Lo scontro con Renzi

Comunque per la Meloni sembra molto probabile la vittoria dello schieramento del No: lo si capisce dal nervosismo del presidente del Consiglio che l’esponente di Fratelli d’Italia ha provato di persona durante l’ultimo incontro-scontro a “Porta a Porta”. A tal proposito la deputata ripete quanto detto in trasmissione: “Renzi ha fatto una legge elettorale con liste bloccate all’80% , quindi continuo a sostenere che è un bugiardo patentato quando afferma che i partiti non decideranno gli eletti”.

Poi fa l’esempio di alcune incongruenze della riforma: i senatori non sono eletti direttamente dai cittadini, ma scelti dai consigli regionali. Tutto ciò favorisce il Partito Democratico che ha la maggioranza in molte assemblee: secondo i suoi calcoli, con il 30% dei consensi in Italia arriva a conquistare il 60% dei senatori, mentre ad esempio il M5S con circa 30% dei voti ottiene solo l’8% dei senatori.

Il futuro del centrodestra

La Meloni ha un’idea precisa per il nuovo centrodestra: un movimento “sovranista”, che difenda i diritti e i bisogni del popolo italiano, andando al di là delle ideologie. Infatti la distinzione tra destra e sinistra è ormai molto labile, in un tempo in cui il Partito Democratico ha smesso di difendere gli interessi dei lavoratori, a favore di quelli di grandi imprese e banche. Comunque non si è ancora parlato con gli alleati di governo o di programma: si aspetta l’esito del referendum. Ma la Meloni ha le idee chiare: primarie per scegliere il leader il 5 Marzo, aperte a chiunque voglia partecipare in un’ottica di collaborazione con Lega e Forza Italia. Sempre che quest’ultima non torni a sostenere l’ennesimo governo dei tecnici.