Durissimo scontro politico avvenuto nello studio della trasmissione “in1/2h” di Lucia Annunziata, in onda su Rai tre, tra il Premier Matteo Renzi e il segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini.Sembrano esserci state delle scintille tra i due durante la trasmissione: entrambi hanno messo in evidenza e sottolineato buona parte delle differenze di pensiero che dividono i sostenitori del Si dai sostenitori del No. Si è parlato di Referendum per più di un’ora: Matteo Renzi ha attaccato coloro che portano avanti le teorie del No, definendoli “accozzaglia”, mentre Maurizio Landini ha ribattuto: ”scusati per il termine”.

Matteo Renzi si difende: 'il Si cambierà l'Italia'

Sembra proprio che lo scontro sia andato avanti per più di un’ora, senza alcuna sosta e con toni poco pacati: Matteo Renzi, ha spiegato, con tono imponente che c’è una determinata necessità di cambiare la situazione dell’Italia e “non difendere i privilegi della politica italiana”; a questa prima “battuta” del dibattito, ha risposto il segretario Fiom-Cgil spiegando che la Costituzione non può essere modificata in questo determinato modo, e che la Cgil ha fatto proposte sulla riforma.

Il Premier definisce 'accozzaglia' i sostenitori del No

Il Premier, ha inoltre, definito “accozzaglia” il fronte del No spiegando che per lui è questo il termine della lingua italiana più adatto per indicare “una coalizione coesa che tenta di governare il nostro paese composta da forze politiche che la pensano in maniera diversa l’uno dall’altro”.

Matteo Renzi, dopo le risposte di Landini, ha spiegato che secondo lui quest’ultimo vive “nel paese delle meraviglie”, perché lui vuole cambiare l’Italia, e sa per certo che votare Si porterebbe il Paese ad un salto di qualità, lo migliorerebbe “nettamente” e farebbe diventare le Politiche attive del lavoro nazionali. Dopo la sua “ennesima campagna” si è scusato ed ha spiegato che “non voleva offendere nessuno”. Landini ha concluso il suo discorso spiegando che: “ovviamente non migliorerà di certo la situazione Italiana la scelta di rendere il Referendum un voto sul governo”.