In occasione del dibattito "Le sinistre mediterranee, per salvare l'Europa da austerità e xenofobia" svoltosi a Roma questo 21 novembre, Blasting News ha intervistato in esclusiva il noto sociologo Marco Revelli, animatore de L'Altra Europa con Tsipras. Ecco le sue parole.

'La Riforma della Costituzione è nata per compiacere a dei poteri esterni non democratici'

Revelli, lei si è schierato senza mezzi termini per il No al referendum, cosa la spaventa di più della Riforma costituzionale?

"Mi spaventano due cose. Intanto il modo con cui è stata concepita, è nata per iniziativa del Governo Renzi, il che contraddice i principi fondamentali del costituzionalismo moderno: le Costituzioni servono per difendere i popoli dai sovrani, dovrebbero essere una tutela per i cittadini dalle intrusioni del potere. Una Costituzione riformata dal potere è una contraddizione in termini. Inoltre mi spaventa il contenuto: è una Riforma scritta male e pensata peggio, nata per compiacere a dei poteri esterni non democratici, come la finanza internazionale, le grandi banche e le cancellerie europee. Inoltre è un pasticcio perché dicono che semplifica e invece complica. Il Parlamento sarà paralizzato e ci saranno molti conflitti fra istituzioni e la Corte Costituzionale dovrà fare gli straordinari per dirimere questo "pasticciaccio brutto": si passa dal bicameralismo perfetto a quello pasticciato e confuso, a partire dal doppio lavoro dei senatori. Un Parlamento così non può funzionare e in questa empasse deciderà uno solo: il Capo del Governo".

Da sociologo come vede il futuro di questo Paese dopo il voto?

"E' una società che sta male nonostante il racconto menzognero fatto dal Capo del Governo, le condizioni di vita delle persone sono peggiorate negli ultimi anni.

E la società si carica di rancore perché non viene rappresentata, essa sta dentro una democrazia non più rappresentativa. La crisi di rappresentanza è la peggiore malattia del nostro tempo e questa Riforma la peggiora ancora perché riduce ancora la rappresentanza dei cittadini. Questo è un errore catastrofico che può favorire avventure populiste, come accaduto negli USA con Trump. Il Sì al referendum è sostenuto con argomenti populisti: quando il Premier dice che tagliano le poltrone e la casta dice una bugia, perché non è cosi e in realtà si tagliano le cariche elettive e si moltiplicano quelle non elettive che dipendono dai capi partito. Allo stesso modo quando parlano di taglio dei costi della politica, senza dire che risparmiano meno di 60 milioni all'anno.

Sono tutti argomenti populisti del Premier per far passare una pratica oligarchica."

'Sinistra è lontana da linguaggi e bisogni dei nuovi poveri, non è credibile: va radicalmente rifondata'

A proposito di rappresentanza politica dei più deboli, come vede la sinistra in Italia nel presente e nel futuro?

"La sinistra è uscita dai radar, in una situazione di estremo malessere sociale manca una chiara posizione di sinistra credibile, autorevole e capace di convincere davvero chi soffre ad affidarsi o farsi rappresentare da queste forze.

Il PD ha subito una mutazione genetica e lo si vede dai risultati elettorali amministrativi nelle grandi città, dove ha ottenuto successi solo nei quartieri borghesi, mentre in periferia hanno votato contro l'establishment rappresentato dai candidati del Partito Democratico, esso ha cambiato DNA. Quello che invece si muove a sinistra del PD è talmente debole, fragile, frammentato e spesso lontano dai linguaggi e bisogni dei nuovi poveri, da non essere credibile.

La sinistra va radicalmente rifondata."

Guardando alle prossime elezioni politiche, cosa pensa che accadrà nel frattempo?

"Se vince il No al referendum si riaprono molti giochi e dovrà essere fatta una nuova legge elettorale, rispetto alla quale il diktat di Matteo Renzi non varrebbe più di tanto. Ritengo che serva il ritorno al proporzionale che almeno fa emergere tutte le realtà politiche del paese e si potrebbe ricominciare a ragionale razionalmente."