Se qualcuno avesse avuto dei dubbi in merito alle promesse elettorali fatte da Donald Trump durante le ultime elezioni presidenziali dovrà ricredersi. Il neo Presidente degli Stati Uniti d'America, intervistato dalla famosa trasmissione televisiva di Csb 'Sixty minutes', conferma le promesse fatte in campagna elettorale: via subito i circa 3 milioni di clandestini presenti negli States e muro ai confini del Messico per mettere in sicurezza le frontiere americane.

America, quinto giorno di proteste

Il tycoon americano procede dritto per la sua strada mentre in diverse città amenicane le proteste contro la sua elezione si moltiplicano.

Le accuse rivolte a Donald Trump sono quelle di essere un sessista e neo fascista, le stesse accuse che gli rivolse Hillary Clinton durante la campagna elettorale. Da Los Angeles a New York, da Las Vegas a Portland, oggi è il quinto giorno consecutivo in cui migliaia di persone protestano contro il neo Presidente degli Stati Uniti, tutti uniti sotto lo stesso slogan: 'Not my president'. Gli organizzatori delle manifestazioni anti-Trump fanno sapere che andranno avanti almeno fino al 20 gennaio 2017, giorno in cui verrà ufficializzato l'insediamento del Presidente alla Casa Bianca. La tensione è molto alta. Il pericolo è che ci possano essere degli scontri tra le diverse fazioni. A Portland ci sono stati degli spari e sono stati diversi i casi di vandalismo durante i cortei.

In quattro giorni centinaia gli arresti da parte della polizia statunitense.

La risposta di Trump ai manifestanti

Se da un lato conferma le promesse elettorali dall'altro cerca di placare gli animi degli oppositori. Il Presidente degli States si rivolge a coloro che protestano esortandoli a non aver paura. Cerca di rassicurare i rivali in merito ai clandestini che verranno 'buttati' fuori dagli USA.

Saranno cacciati o incarcerati solo i criminali o coloro con precedenti penali, indicando una cifra di 2 o massimo 3 milioni di persone. Infine fa un appello ai suoi sostenitori contro qualsiasi attacco nei confronti di minoranze etniche.

Trump riceve il primo leader straniero

È Nigel Farage il primo leader straniero ad essere ricevuto dal neo Presidente nella sua residenza di New York. Il leader britannico del partito Ukip era stato anche l'unico leader europeo a parlare, la scorsa estate, durante una convention repubblicana.