Silvio Berlusconi esamina i risultati delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, affrontando per la prima volta il tema della vittoria di Donald Trump. “Tra me e lui ci sono delle analogie evidenti – spiega l’ex presidente del Consiglio – anche se le nostre storie di imprenditori sono molto diverse: ciò che ci accomuna è che a un certo punto della vita abbiamo deciso di dedicare le energie al nostro Paese”.

Le ragioni della vittoria di Trump

Secondo Berlusconi “Trump è stato votato da tutti gli americani stanchi della vecchia politica, troppo chiusa in se stessa, ormai incapace di ascoltare e capire”.

Una politica che, per l’ex premier, ha commesso l’errore tipico delle sinistre di tutto il mondo: pensare che il “politicamente corretto” sia il modo di stare vicino ai bisogni della gente. Invece per Berlusconi “i veri deboli sono i cittadini vessati dallo Stato, dalle tasse, dalla burocrazia, dall’immigrazione incontrollata, dalla disoccupazione, dal pericolo terrorista”. Questo vale in America, come in Italia e in Europa.

Le colpe di Hillary Clinton

Berlusconi non ha dubbi: “Hillary Clinton ha pagato il suo essere un elemento di continuità con gli otto anni di Obama e dell’establishment di Washington” perché “l’amministrazione Obama ha commesso molti errori, specialmente in politica internazionale: dall’incoraggiamento delle primavere arabe, all’inefficace contrasto all’integralismo islamico, fino alle controproducenti tensioni con la Russia, indebolendo la posizione dell’America e rendendo il mondo un luogo più instabile e pericoloso”.

Ma non basta: “Gli americani, soprattutto la classe media, non hanno avuto avuto vantaggi da una politica tendenzialmente statalista” ha aggiunto Berlusconi.

Cosa aspettarsi da Trump

Berlusconi premette che bisogna lasciar lavorare Trump e che i giudizi anticipati hanno poco senso, ma poi si spinge ad immaginare quali saranno i punti di forza nel programma del nuovo presidente: maggiore collaborazione e amicizia con la Federazione Russa, una politica fiscale meno aggressiva verso i cittadini, più attenzione al controllo dell’immigrazione e alla legalità.

Il presidente di Forza Italia si mostra meno favorevole alle scelte protezionistiche e alle tentazioni isolazionistiche che Trump ha espresso in campagna elettorale. Immancabile, infine, una stoccata a Matteo Renzi che “ha compiuto un grave errore schierandosi apertamente a favore della Clinton, alla quale non ha nemmeno portato fortuna”.