Non sappiamo ancora che impronta darà Trump alla storia della politica americana, nè se davvero attuerà il programma politico sbandierato durante la campagna elettorale, ma i primi segnali sembrano indicare una sorta di normalizzazione che tranquillizzi la vecchia guardia repubblicana e i mercati finanziari, già in fibrillazione per la minaccia di ripristinare la Glass Stegal Act, una legge emanata nel 1933 che di fatto separava le banche commerciali dalle banche di investimento, cosa che ovviamente il mondo finanziario non gradisce affatto. La ventilata nomina di Steve Minuchin, ex di Golman Sachs sembrerebbe andare in questa direzione.

Sempre per rassicurare i Repubblicani e la loro vocazione mercatista, Donald Trump sta pensando a Newt Gingrich, il liberista di fede reganiana, una buona credenziale per Wall Street e un valido contrappeso per quanti vorrebbero reindirizzare la politica troppo conciliante del neopresidente nei riguardi della Russia. Gingrich infatti non sembra amare troppo Putin e preferisce dialogare con la Cina

Difficile con questi personaggi immaginare una politica rigidamente isolazionista come promesso da Trump. Difficile anche pensare che l'ex Tycoon si ponga completamente al di fuori di un risiko politico che vede la Russia fortemente impegnata nel guadagnare posizioni in Medio Oriente. La probabile nomina di Bolton falco neo-conservatore, uno dei più accesi fautori del'invasione dell'Iraq del 2003, sembrerebbe in netto contrasto con i propositi conciliatori e trattatisti del prossimo presidente della nazione più potente del mondo.

Insomma un Trump fortemente caratterizzato a destra sui temi etici, con l'attacco alla legge sull'aborto e alla sentenza sull'equiparazione del matrimonio fra individui dello stesso sesso con il matrimonio "tradizionale" e decisamente ambiguo rispetto alla politica economica ed estera.

In questo complicato puzzle dovrebbe rientrare anche Sarah Palin, paladina dei Tea Party e forse anche il primogenito del neopresidente Donald Trump Junior che aspira a un posto nientemeno che di Ministro degli Interni.

Qualcuno afferma che se il programma elettorale fosse rispettato alla lettera l'America soffrirebbe di più e il resto del mondo un po' meno