Quale futuro per le relazioni dell'Europa con gli USA, dopo l'elezione del nuovo presidente statunitense? L'interrogativo resta aperto per il presidente della Commissione Ue, Jean Claude juncker, che esprime un giudizio molto duro su Donald Trump, che sa essenzialmente di bocciatura. Il profilo di Trump non viene ritenuto all'altezza delle responsabilità internazionali legate al presidente della prima potenza mondiale. Una valutazione che non si discosta granché da quella espressa nelle scorse settimane da Barack Obama, che aveva definito inadeguato il candidato repubblicano.

Intervenendo a una conferenza tenutasi a Lussemburgo, Juncker ha detto che Trump impiegherà due anni per fare il giro del mondo "che non conosce", lasciando intendere che sarà tempo perso. Senza mezzi termini, Juncker ha evidenziato l'inesperienza del miliardario americano, al quale "andrà spiegato come funziona l'Europa".

Attenzioni puntate sugli equilibri internazionali

Emerge preoccupazione, insomma, sui possibili risvolti dell'elezione di Trump negli equilibri intercontinentali. Intanto, la Casa Bianca annuncia che nei prossimi giorni il presidente uscente Obama incontrerà i principali alleati europei e non solo: il presidente francese Francois Hollande, la premier britannica Theresa May, la cancelliera Angela Merkel e il leader cinese Xi.

Servirà a rassicurare i partner di Washington? Juncker non è molto ottimista: "Ho lavorato con quattro presidenti americani. Ciò che si dice in campagna elettorale è vero un po' per tutti, purtroppo". Juncker teme che Trump faccia deragliare i rapporti con l'Ue, soprattutto dopo che il futuro inquilino della Casa Bianca non ha risposto all'invito dell'Unione europea per un prossimo incontro, annunciando un bilaterale con Theresa May in prospettiva di un proficuo accordo di libero scambio con il Regno Unito.

Da Londra, immediata la replica del ministro degli Esteri, Boris Johnson, peraltro stratega della Brexit, che rivolgendosi ai leader europei li invita a valutare le nuove opportunità economiche: "Smettano di guardare con pessimismo alla vittoria di Trump". Per la Gran Bretagna, rimasta tagliata fuori dal mercato comune europeo, l'opportunità americana è certamente da tenere nella massima considerazione.

Questioni ‘perniciose’

Secondo Juncker, dopo l'elezione di Trump si pongono questioni che possono diventare "perniciose", relativamente all'Alleanza transatlantica e al modello sul quale si basa la difesa dell'Europa. Inoltre, a Juncker non piace il pensiero di Trump su migranti e statunitensi non bianchi, ritenendolo lontano dai "sentimenti europei". Proprio in merito ai migranti, il capo dell'esecutivo Ue ha ribadito che gli Stati membri devono fare di più sul fronte dei richiedenti asilo: "Non è possibile lasciare alle sole Italia e Grecia il compito di farsi carico dei migranti in arrivo". Auspicata maggiore solidarietà fra i Ventotto, sottolineando che la strategia della Commissione per gestire la crisi è fondata, in primis, sull'idea di ridistribuzione dei richiedenti asilo fra gli Stati membri.

Non pronuncia verdetti, invece, il presidente francese Hollande, che ieri ha avuto un colloquio telefonico con Trump, come aveva fatto il giorno precedente anche Angela Merkel. Hollande si è soffermato su diversi temi, dalla guerra al terrorismo all'accordo di Parigi sul clima.