Saranno ancora le due Camere a poter legiferare in materia di amnistia e indulto, le misure straordinarie di clemenza generale ad efficacia retroattive previste dalla Costituzione italiana. La riforma costituzionale firmata Renzi-Boschi, bocciata sonoramente ieri al referendum dalla maggioranza degli italiani, un voto che ha costretto il presidente del Consiglio ad annunciare le dimissioni, prevedeva di togliere al nuovo Senato le competenze in materia di indulto e amnistia ma anche sulla deliberazione dello stato di guerra. Alla nuova Camera sarebbe stata attribuita la competenza esclusiva, invece, di approvare leggi di amnistia e indulto deliberazione assunta con la maggioranza qualificata.

Bocciata la riforma, dunque, la situazione resta com'era prima.

Indulto e amnistia, bocciata la proposta di riforma Renzi-Boschi

Dunque restano incardinati in commissione Giustizia al Senato i 4 ddl per amnistia e indulto presentati dai senatori Barani, Buemi, Compagna e Manconi. Quest'ultimo è il primo firmatario del cosiddetto ddl Pannella, un disegno di legge costituzionale che adesso può essere calendarizzato che prevede che la semplificazione dell'iter per l'approvazione di indulto e amnistia: secondo il ddl dovrebbe bastare la maggioranza semplice e non qualificata del Parlamento. Nel frattempo il gruppo dei senatori verdiniani ha presentato una mozione a favore di indulto e amnistia a prima firma Barani che ancora deve essere discussa.

Dopo il referendum tornano alla carica i radicali che avevano già dichiarato nei giorni scorsi in una nota che il risultato del referendum in ogni caso non avrebbe fato uscire il Paese dalla "situazione di violazione della legalità propria e di quella internazionale". Contro il sovraffollamento carceri, insistono i radicali, servono i provvedimenti straordinari di clemenza generale previsti dalla Costituzione.

A decidere su amnistia e indulto saranno la Camera e il Senato

"Ribadiamo che per la crescita politica, civile, sociale, economica è necessaria, urgente, prioritaria - ha dichiarato Maurizio Turco, Presidente della Lista Marco Pannella, già coordinatore degli eletti radicali alla Camera dei Deputati - una profonda riforma della Giustizia sostenuta da un provvedimento di amnistia deliberato dal Parlamento, anziché lasciato attraverso le prescrizione - ha aggiunto - alla liberalità del magistrato".

Il dirigente radicale ha ricordato nel commento post referendum il leader storico Marco Pannealla: "Non siamo stati sinora con Marco Pannella ascoltati - ha detto Maurizio Turco - ma non cessiamo di lottare per una vita e un futuro diverso da quello che già vediamo maturare". Parole condivise e rilanciate da Rita Bernardini. "Mi riconosco appieno - ha scritto su Facebook Rita Bernardini - nella dichiarazione di Maurizio Turco. La dedico - ha aggiunto la presidente onoraria di Nessuno tocchi Caino - agli esultanti per la vittoria del No e agli avviliti per la sconfitta del Sì".