Circa 500 persone si sono riunite questa domenica 11 dicembre a Roma in un'assemblea dal titolo "Ripartiamo dal No(i). Dal referendum la spinta una politica in comune" promossa da numerosi soggetti politici, sociali e civici della sinistra, che hanno fatto il punto sulla vittoria del No al referendum, risultato a cui hanno lavorato alacremente negli scorsi mesi, ma è stata anche l'occasione per iniziare a progettare un lavoro comune per il prossimo futuro

Durante la lunga assemblea, durata circa sei ore, si sono susseguiti numerosi interventi.

A partire da quelli di alcuni importanti costituzionalisti, come Luigi Ferrajoli che in un applaudito intervento ha coniato l'efficace termine di "Partito della Costituzione" e Gaetano Azzariti, il quale ha sottolineato che "Per attuare la Costituzione serve unire società civile, intellettuali e politica"; mentre il sociologo Marco Revelli, animatore de L'Altra Europa con Tsipras, ribadendo l'importanza della sconfitta di un progetto di Riforma dettato dai poteri forti ha aggiunto un eloquente: "Il Pd ormai è un pericolo per la democrazia".

A sinistra si discute di come dare continuità al No al referendum

Molti gli interventi di esponenti politici. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista ha domandato: "Se non ora quando pensiamo di poter unire la Sinistra antiliberista con l'obiettivo di attuare la Costituzione?

Va fatto presto e senza approcci ideologici che siano ostacoli all'unità, restiamo sui temi concreti". Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italiana ha osservato: "La sinistra è ormai marginale quasi ovunque in Europa nonostante le sofferenze sociali. I principi fondamentali della nostra Costituzione sono incompatibili con i Trattati europei che privilegiano stabilità dei prezzi su quella del lavoro.

L'Euro è parte del problema, cambiare i trattati non è sufficiente. Va fatta un'alleanza per la Costituzione, ma non basta riunire chi ha contribuito a creare questo quadro, piuttosto diamo possibilità di far partecipare a chi sta fuori dalla sinistra attuale". Presente anche il senatore "critico" del PD Walter Tocci, il quale ha detto che si deve "Festeggiare la grande vittoria del No: in un'Italia spaesata e divisa, la Costituzione è una delle poche cose che unisce.

Essa è riuscita a salvarsi due volte in dieci anni. Sono stati i ceti popolari ad aggrapparsi a essa come una speranza, fermando l'ideologia dell'uomo solo al comando che negli ultimi 'anni ha portato la decadenza del paese. Ora serve un'irruzione dei giovani nella politica, come in Gran Bretagna dove centinaia di migliaia di giovani entrarono nel Labour per spostarlo a sinistra". Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha sottolineato la "forte connotazione sociale, demografica e geografica nel No. La democrazia diretta dei referendum semplifica la possibilità di esprimere un rifiuto composito allo stato di cose. Evitiamo a sinistra errori del passato, non funzionano aggregazioni ma neppure gli "appalti esterni" ai saggi.

Nessuno è autosufficiente. Definiamo una proposta politica comune, non solo elettorale". L'eurodeputata Eleonora Forenza ha detto che il No è "una crepa nell'egemonia neoliberista. Lavoriamo a nuovo senso comune, reclamando sistema proporzionale, autogoverno e mutualismo", mentre Claudio Riccio della rete ACT ha evidenziato che "l'unità della sinistra di per sé significa poco, occorre costruire un'alternativa radicale, parlando ai milioni di soggetti senza rappresentanza".

Alla fine dell'assemblea è stato accolto dalla platea un documento dove viene espressa l'idea che la piena attuazione della Costituzione può essere la base comune su cui costruire una nuova soggettività politica a sinistra, partendo dall'unità realizzata fra le varie forze nella campagna referendaria.

Vi è stato poi un auspicio per una nuova legge elettorale proporzionale e un impegno comune a lavorare per i referendum sociali sul lavoro, proposti dalla CGIL, che dovrebbero tenersi nella primavera 2017.