Le dimissioni di Matteo Renzi dall’incarico di presidente del Consiglio dello stato italiano portano a quella che viene definita in gergo “crisi di governo”.

Ora che la decisione è stata presa e sono stati resi noti i risultati del referendum sulla riforma costituzionale, quanti di voi sono a conoscenza di come la macchina governativa procederà?

Entra in scena a questo punto il Presidente della Repubblica, cui sono state presentate in via ufficiale le dimissioni del premier Renzi, che procederà a consultare i vari esponenti dei partiti politici che hanno la rappresentanza parlamentare, al fine di individuare un candidato che dovrebbe accettare l’incarico del posto vacante oppure lo stesso Presidente potrebbe decidere di procedere con le elezioni anticipate.

Il nuovo incaricato deve ottenere la fiducia del Parlamento

In caso si raggiungesse l’individuazione di colui che potrebbe ricoprire la figura di premier italiano, spetterebbe a quest’ultimo il compito di consolidare il proprio ruolo con l’esposizione di un programma a tutti i leader politici al fine di ottenere una coalizione che rappresenterebbe l’imprescindibile base del nuovo Governo.

Il Parlamento sarà l’organo preposto a convalidare la fiducia nel nuovo premier, diversamente questi si vedrà costretto a rinunciare alla carica.

In particolare il candidato a premier deve possedere, oltre ad un valido programma, una squadra di sua scelta da presentare al Governo e deve prestare giuramento insieme al suo team in Quirinale.

Il discorso della fiducia è leggermente complesso, il Parlamento è composto, come sappiamo, da Camera e Senato cui viene demandato di votare entro 10 giorni dal giuramento della nuova squadra governativa, l’approvazione o l’esclusione del candidato premier e del suo programma.

In caso di approvazione, il nuovo candidato ricoprirà il ruolo di premier per 5 anni.

A quando le nuove elezioni?

Le nuove elezioni sono convocate dal presidente della Repubblica, che ha la facoltà di sciogliere le Camere e di invitare tutti i cittadini ai seggi elettorali entro 3 mesi dalla data di fine legislatura.

Ma la convocazione di elezioni anticipate è a giudizio insindacabile del Presidente e nel caso in cui non venga evidenziato alcun candidato con programma valido, tale da poter chiedere la fiducia al Parlamento.