Lo scambio di auguri in occasione delle festività è, purtroppo, diventata una pura formalità. Uso comune, quasi scontato tra parenti, amici e conoscenti, lo è anche tra capi di Stato e di governo. Se però a fare gli auguri è Vladimir Putin ed il suo interlocutore è Donald Trump, allora una semplice lettera assume un grande significato simbolico. Forse in futuro qualcuno la citerà come una missiva "storica" che ha posto fine, sul nascere, ad una nuova guerra fredda tra le due maggiori potenze politiche e militari del pianeta. Forse la Storia lo smentirà, oggi non possiamo saperlo.

Intanto è l'ennesima conferma che tanto Mosca quanto la prossima amministrazione della Casa Bianca sono ben disposte al dialogo.

Trump: 'Putin ha ragione'

La lettera reca la data dello scorso 15 dicembre ma è stata resa nota soltanto due giorni fa. "Una bella lettera", è stata definita da Trump in occasione di una sua dichiarazione diffusa ai giornalisti. Vladimir Putin augura “buon Natale” al presidente eletto degli Stati Uniti, non ancora in carica, ed auspica un miglioramento dei rapporti tra i due Paesi. "Mi auguro che quando sarai presidente degli Stati Uniti, porteremo la nostra collaborazione sulla scena internazionale a nuovi livelli di qualità", scrive il presidente russo. 'The Donald' annuisce con evidente soddisfazione.

"Putin ha ragione e la pensa nella maniera giusta - sottolinea - perché sarebbe sbagliato imboccare strade diverse nel futuro. Mi auguro che tanto gli Stati Uniti quanto la Russia si dimostrino in grado di attuare i buoni propositi sulle sfide globali che ci attendono".

Lo spettro di una nuova corsa agli armamenti

La notizia è arrivata dopo alcune battute a distanza tra i due leader che, sinceramente, avevano destato parecchie perplessità a livello internazionale.

Alcuni avevano letto le dichiarazioni di Putin e Trump come un’improvvisa voglia reciproca di ‘mostrare i muscoli’. “Al momento nessun Paese al mondo può superarci in capacità nucleari – aveva detto il presidente russo – ma non dobbiamo distrarci nemmeno un attimo”. Poi lo stesso leader del Cremlino aveva corretto il tiro, sostenendo che “una nuova corsa agli armamenti con l’Occidente sarebbe un inutile spreco di risorse”.

Ad ogni modo la risposta di Donald Trump non si era fatta attendere. Per il futuro inquilino della Casa Bianca “non è il caso di temere una nuova corsa agli armamenti, perché gli Stati Uniti batteranno tutti”, insistendo sulla necessità di espandere la capacità nucleare del Paese “per fare in modo che il mondo intenda”. Trump ha poi citato la lettera di Putin ed è tornato sulla sua ‘linea amica’ nei confronti di Mosca.

Un’intesa che partirà necessariamente dalla Siria

Ad onor del vero, la posizione di Trump verso il suo omologo russo è sempre stata di massima apertura. Per questo motivo il dialogo ormai prossimo tra i due leader che partirà, giocoforza, dalla questione siriana, non vedrà la Casa Bianca nel ruolo di ‘ingombrante partner messo da parte’.

Putin si è coperto le spalle ed il neonato asse con Turchia ed Iran, insieme alla recente vittoria militare dell’alleato Bashar al-Assad contro i ribelli ad Aleppo, gli consentirà di dettare le sue condizioni al tavolo dei negoziati. Ma per Donald Trump è fin troppo facile scaricare le colpe di un fallimento politico sulla precedente amministrazione, per questo motivo potrebbe accettare di buon grado la possibile intesa con il Cremlino, dettando a sua volta espresse richieste che non dovrebbero essere di alcun nocumento al 'disegno' del suo interlocutore. Perché Trump vuole, più di ogni altra cosa, passare alla Storia come il presidente americano che ha vinto la guerra contro il terrorismo internazionale e, in fin dei conti, la rinnovata vitalità e pericolosità dell’Isis è figlia, soprattutto, di un mancato accordo tra le due superpotenze.