Il verdetto è arrivato puntuale: Donald Trump è la persona dell’anno per il 2016 secondo Time. Dal 1927 (allora vinse il celebre aviatore Charles Lindbergh) i redattori della rivista statunitense scelgono la personalità che più si è distinta nel bene o nel male nei 12 mesi, contribuendo a influenzarne gli eventi. Indubbiamente il clamoroso successo dell’imprenditore che a novembre è stato eletto come prossimo presidente degli Stati Uniti non poteva passare inosservato.

Il vento della protesta

Trump, partito come outsider nelle primarie dei Repubblicani, è via via riuscito a conquistare consensi e raccogliere prima il sostegno e poi il voto dei tanti scontenti che l’hanno portato fino alla Casa Bianca.

Un riconoscimento, quello di Time, che però non si ferma agli Stati Uniti, ma vuole fotografare la realtà di tutto il mondo occidentale, in cui i movimenti populisti e di protesta hanno vissuto un’annata di crescita nei consensi e di successi elettorali. E non è un caso che Trump succeda come persona dell’anno alla cancelliera tedesca Angela Merkel, che sicuramente per molti in Europa rappresenta quell’establishment da combattere: un vero e proprio cambio della guardia.

Gli altri candidati

Trump ha avuto la meglio sugli altri dieci finalisti: tra di loro non poteva mancare l’avversaria, Hillary Clinton, prima donna candidata alle presidenziali negli Usa. Presente, come l’anno scorso, Vladimir Putin, che con l’intervento militare in Siria è stato sicuramente il protagonista della scena politica internazionale; ma tra i papabili c’era pure Recep Tayyip Erdoğan, uscito rafforzato dal golpe fallito in Turchia.

Il vento della protesta era rappresentato anche da Nigel Farage, dell’Independence Party del Regno Unito, protagonista della campagna per la Brexit che ha portato la Gran Bretagna a lasciare l'Unione Europea. Inoltre sono stati presi in considerazione i successi dell’India, che ha vissuto un anno di grande sviluppo economico, con il primo ministro Narendra Modi.

Non potevano mancare alcuni nomi popolari come l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg, la ginnasta olimpionica Simone Biles o la cantante Beyoncé Knowles, presente sulle copertine di tutto il mondo, per il successo di Lemonade e le prese di posizione su numerosi temi di attualità. Infine, come da tradizione, ci sono state anche delle nomination collettive, riservate questa volta agli scienziati che studiano il CRISPR – una nuova tecnologia in grado di modificare il DNA che apre nuovi scenari nella lotta alle malattie incurabili – e a quegli attivisti di Flint, nel Michigan, che hanno fatto esplodere negli Usa lo scandalo dell’acqua pubblica avvelenata dal piombo. Ma alla fine a prevalere è stato l'uomo che tra pochi giorni diventerà il 45esimo presidente eletto degli Stati Uniti.