La storia si ripete. Esattamente come accaduto ad Oscar Giannino qualche anno fa, un’altra figura pubblica avrebbe mentito sulla propria laurea: ma la questione stavolta è ancora più scottante perché si tratterebbe della neo ministra all’Istruzione Valeria Fedeli. Sulla biografia ufficiale nel sito della senatrice, che prima di entrare nell’esecutivo ricopriva la carica di vicepresidente del Senato, infatti viene riportato che la Fedeli avrebbe conseguito il diploma di laurea in Scienze Sociali, presso la Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano.

La ministra fa chiaramente riferimento alla sua gioventù perché aggiunge che proprio in quegli anni ha “incontrato il movimento studentesco, il femminismo e poi la Cgil”.

Il diploma a Milano

Qualcuno però, attraverso una lettera al sito Dagospia, ha fatto notare che il diploma di laurea di scienze sociali in Italia è stato istituito solamente nel 1998, ma in via sperimentale solo a Trieste e Roma, e più a larga scala dal 2000 quando la Fedeli era già segretaria nazionale del sindacato dei tessili. Insomma, siamo di fronte ad un diploma di scuola secondaria scambiato per laurea sulla propria biografia su internet: un peccato di orgoglio che già diventa grave quando a commetterlo è un rappresentante del popolo, figuriamoci quando arriva dal ministro dell’Istruzione in persona.

Adinolfi chiede le dimissioni

I primi a darne la notizia e a tuonare contro la ministra sono i rappresentanti di quell’area cattolica tradizionalista che più volte in passato si erano scontrati con la Fedeli sui diritti civili. In particolare Mario Adinolfi dà fuoco alle polveri: “La spacciatrice di menzogne sul gender evidentemente è abituata a dire bugie – attacca il fondatore del movimento Il popolo della famiglia – il problema non è neanche che non è laureata, è che mente spudoratamente”.

E conclude aggiungendo che in altri paesi un comportamento simile porterebbe a far dimettere all’istante un rappresentante politico. Una nuova gatta da pelare per il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che già è alle prese con la protesta delle opposizioni e con i numeri risicati per il governo al Senato.