Vittime innocenti di una guerra che non tende a placarsi, iniziata nel 2011 sulla scia della primavera araba, i bambini siriani pagano con sofferenza e morte, un conflitto prima civile interno ed etnico, poi di respiro più internazionale e mondiale anche con la nascita del califfato dello Stato Islamico tra Siria ed Iraq.

Figli di un Dio minore

Secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani sono morti oltre i 13 mila bambini dall'inizio del conflitto. L'Unicef ha dichiarato: " in Siria è in atto un genocidio di bambini" e prosegue il portavoce dell'organizzazione umanitaria Andrea Iacomini: " ad Aleppo non si muore da oggi.

E' un calvario disumano che dura da 6 anni e i bambini sono intrappolati in un incubo." L'incubo della violenza e della devastazione della guerra, dove anche il sistema sanitario è al collasso: pochi medici, attrezzature e medicine insufficienti. Giovani vite traumatizzate come sottolinea il dirigente dell'ONU Radoslaw Rzehak che ritiene che è necessario supporto psicologico e un preciso sostegno sociale, anche un'assistenza specializzata perché molti bambini stanno " perdendo l'istinto basilare di difesa".

Bambini che patiscono fame e miseria. A cui è negata l'infanzia, il gioco, l'istruzione. Con il rischio che sviluppino anche malattie mentali. Molti di loro sono confinati nel limbo dei campi profughi.

Altri muoiono sotto i bombardamenti. Altri ancora vengono picchiati subiscono torture e violenze dai miliziani. Ma in questo incubo che non vuole finire ci sono anche storie di grande umanità e di luce come Mohammad Abo Hilal uno psicologo che cerca di far superare i traumi causati da questa lunga guerra. Incarcerato e torturato dal regime di Assad è riuscito a scappare con la sua famiglia e ha aperto tre centri aiutando i bambini attraverso le tecniche dell'arte terapia e della visualizzazione creativa.

La preghiera del Nobel Malalai Yousazafai

In questi giorni dopo l'assedio di Aleppo e un'evacuazione massiccia dei cittadini , mentre l'ONU approva all'unanimità l'invio di osservatori, molte le iniziative di solidarietà. In Italia, a Roma e Firenze, incontri, marce silenziose, manifestazioni davanti le ambasciate. A Roma oggi è in corso davanti l'ambasciata Russa in zona centro un'iniziativa per il popolo siriano affermano gli organizzatori " come gruppo di persone che da percorsi diversi arrivano ad avere a cuore le sorti del popolo siriano, riteniamo di dover far sentire la nostra voce, facendo appello ai governi, alle organizzazioni internazionali perché diano seguito al loro mandato e fermino la carneficina."

Una carneficina che trova non da ultimo la preghiera della giovane Malalai Yousazafai, premio Nobel per la pace: " possa Dio essere con i bambini di Aleppo anche se i nostri leader mondiali non lo sono."