Donald Trump è stato sfidato da Barack Obama sulla questione ambiente. Obama martedì ha annunciato il divieto di trivellazione nell'Artico e nell'Atlantico per l'estrazione del gas e del petrolio.

Un divieto intoccabile

Obama, per legittimare questo decreto, ha tirato in ballo una vecchia clausola di una legge del 1953 (Outer Continental Shelf Lands Act). Secondo questa clausola il presidente in carica ha il diritto di agire in modo unilaterale e di imporre divieti non abrogabili con ordine esecutivo dai suoi successori.

Il divieto di trivellazione di Obama si estende su una vasta porzione dell'Atlantico che va dal Maine alla Virginia e quasi l'intera costa dell'Alaska.

Le trivellazioni vietate dall'amministrazione di Obama riguardano anche il 98% delle acque federali dell'Artico. Il divieto ha lo scopo di preservare la natura e di tutelare gli animali che vivono in queste luoghi incontaminati.

L'unica soluzione per Trump è il Congresso: potrà annullare questa legge solo se riuscirà a raggiungere sessanta voti in Senato (maggioranza assoluta). Un traguardo di certo non facile da raggiungere in quanto sul fronte delle politiche climatiche e ambientali, i repubblicani non la pensano tutti allo stesso modo.

Donald Trump e gli impegni "Green"

In campo ambientale Donald Trump non ha mai mostrato particolare interesse. Oltre a voler abrogare gli impegni presi da Obama durante la sua carica, Trump ha anche accusato la Cina di aver inventato il famoso effetto serra.

Il neo presidente inoltre ha sempre considerato dannoso l'impegno ambientale in termini di occupazione e di crescita del Paese. Trump ha spesso manifestato la sua intenzione di riaprire le miniere di carbone e di annullare l'impegno per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica da parte delle centrali elettriche. Non a caso, ha nominato alla guida dell'Epa (Agenzia per la protezione ambientale) un grande scettico delle teorie scientifiche riguardanti il riscaldamento atmosferico: il procuratore statale del'Oklahoma Scott Pruitt.