Russia chiama Italia. Non è il titolo di un film e nemmeno lo spot di un'agenzia matrimoniale. Vladimir Putin sta vivendo giorni intensi al Cremlino, la presa di Aleppo da parte del suo fedele alleato Bashar al-Assad è una sua grande vittoria ma sul fronte europeo si addensano nubi non indifferenti. L'Unione Europea pare sia orientata a prorogare le attuali sanzioni economiche nei confronti di Mosca, avviate dopo l'annessione della Crimea alla Federazione Russa con il referendum del 2014. Questo è al momento l'idea dei 'grandi' continentali, Germania e Francia.

Il 2017 potrebbe riservare annunciati colpi di scena, il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ha nascosto che tra gli argomenti che saranno discussi nel primo, atteso incontro con il suo omologo russo ci saranno anche le attuali sanzioni in vigore, oltre la questione siriana. Trump è intenzionato a rimuovere il blocco e la nomina di Rex Tillerson come prossimo segretario di Stato lascia facilmente intuire un passo significativo della Casa Bianca in tal senso. Tillerson è infatti presidente della Exxon, colosso petrolifero statunitense che ha stretti legami con Mosca proprio per lo sfruttamento dei giacimenti sul suolo russo. Motivo per il quale è sempre stato ostile alle sanzioni economiche.

Ma è chiaro che Vladimir Putin stia cercando nuovi alleati anche in seno all'Unione Europea.

Apertura sulle sanzioni, 'muro' sulla Siria

Il governo Renzi si era sempre espresso con contrarietà ad una proroga delle sanzioni contro la Russia. Tale era la linea espressa da Paolo Gentiloni quando era il titolare della Farnesina.

Dinanzi ad una posizione irremovibile di Bruxelles, in realtà, l'Italia può fare ben poco ma avere una linea di dialogo conviene tanto a Roma quanto a Mosca. Al contrario, Gentiloni si è sempre dimostrato intransigente sulla questione siriana ed accanito sostenitore di una linea di transizione politica che guardi oltre l'attuale governo presieduto da Bashar al-Assad.

Una posizione certamente poco realista da parte dell'ex ministro degli esteri, alla luce di una situazione che difficilmente vedrà una Siria senza Assad nel futuro, sia per il sostegno incondizionato di Putin ma anche per gli scenari militari che vedono l'opposizione in rotta e, pertanto, assolutamente non in grado di sedersi ad un tavolo delle trattative con carte utili da giocare. Ad ogni modo, Putin ha fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente del Consiglio. "Gentiloni - ha detto il presidente russo - è un noto sostenitore dello sviluppo di rapporti costruttivi a reciproco vantaggio dei nostri due Paesi ed ha confermato la disponibilità ad un attivo lavoro congiunto per accrescere i nostri legami bilaterali e per coordinare gli sforzi nella soluzione delle questioni europee e mondiali".