Sono più di mille i lavoratori dell’azienda produttrice di impianti di condizionamento aria Carrier dello stato dell’Indiana che possono dire di aver beneficiato di una delle promesse fatte da Donald Trump durante la sua campagna elettorale. La nota azienda Carrier aveva preannunciato circa un anno fa la chiusura dello stabilimento di Indianapolis e il conseguente licenziamento dei 1400 dipendenti occupati nella filiale. Il caso dell’azienda rientra nella drammatica lista di quelle realtà imprenditoriali del settore manifatturiero degli Stati Uniti che sono costrette a chiudere, lasciando un potenziale umano lavorativo per strada.

Le promesse di Trump

Nello scorso aprile, durante una visita a Indianapolis in occasione della sua campagna elettorale, Trump aveva preso nota del grave problema che stava per incombere sulle vite di quei 1400 lavoratori della Carrier e fece un’uscita delle sue, istrionica e audace. Disse infatti che in un prossimo futuro avrebbe ricevuto una telefonata alla Casa Bianca, dando così per scontata la sua elezione a presidente degli Stati Uniti, nella quale la stessa dirigenza Carrier lo informava della decisione di rimanere negli USA e quindi di non procedere alla chiusura dello stabilimento e al relativo licenziamento del personale impiegato.

Un intervento, quello di Trump, non usuale per un presidente degli Stati Uniti, generalmente non portato a condurre trattative con singole aziende.

L’accordo raggiunto

Ma al di là delle promesse, dell’insolito modus operandi di un presidente americano e delle sue manie per gli annunci da showman, Donald Trump, eletto a capo delle Nazioni Unite ma non ancora insediatosi alla Casa Bianca, ha già ottenuto una eclatante vittoria che segue quella elettorale.

La Carrier infatti avrebbe sottoscritto un accordo con il Presidente Trump e il suo vice di recente nomina, Pence, per mantenere lo stabilimento a Indianapolis e con esso tutti i 1000 e passa lavoratori impiegati.

Forte di questo successo, Trump avrebbe espresso l’intenzione di agire con le stesse modalità nei confronti di tutte quelle aziende su suolo nazionale che hanno espresso la volontà di trasferire i propri stabilimenti all’estero.