La 'triplice intesa' tra Russia, Turchia ed Iran inizia a dare i suoi frutti dal punto di vista pratico. Mosca ed Ankara hanno raggiunto un accordo per il 'cessate il fuoco' in Siria. La notizia è stata resa nota da Anadolou, principale agenzia ed organo di stampa portavoce del governo di Recep Erdogan. I punti di questa ulteriore intesa dovranno essere sottoposti all'attenzione del governo di Damasco e dei leader dell'opposizione.

'Separare l'opposizione moderata dai terroristi'

Sergey Lavrov e Mevlut Cavusoglu, ministri degli esteri di Russia e Turchia, hanno ponderato tutte le questioni sul tappeto.

Ad iniziare da un aspetto che il Cremlino ha sempre sottolineato: la separazione - tra i gruppi ribelli - degli esponenti 'moderati' dell'opposizione da quelli che hanno avuto (e conservano) evidenti legami con organizzazioni jihadiste. Costoro, definiti "terroristi" da Mosca ed Ankara, non saranno inclusi nell'ambito di una prossima tregua. "Necessario concordare al più presto parametri pratici per mettere fine ai combattimenti", è il parere condiviso da Lavrov e Cavusoglu.

Le accuse di Erdogan agli USA

L'accordo tra Russia e Turchia segue di qualche ora le pesantissime dichiarazioni di Recep Erdogan, contro gli Stati Uniti ed i loro alleati. Il presidente turco ha affermato, senza mezzi termini, di avere "le prove che la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha fornito supporto in territorio siriano a numerosi gruppi terroristici tra i quali l'Isis".

Naturalmente non bisogna dimenticare lo scopo principale che ha portato Ankara ad una nuova visione sulla questione siriana. Erdogan è sempre stato un ferreo oppositore del governo di Bashar al-Assad ma è disposto a sopportarne l'esistenza pur di mettersi al sicuro dagli 'odiati' curdi. Pertanto, nel calderone delle organizzazioni terroristiche che operano in Siria, il numero uno del governo di Ankara mette anche le milizie Ypg ed i curdi siriani del Pyd, considerati vicini al Pkk.

Anche queste "supportate dalla coalizione a guida USA"; in effetti l'Ypg è stato il 'braccio armato' di Washington nel nord della Siria, costituendo il grosso delle truppe del Fronte Democratico Siriano che, a loro volta, hanno ottenuto significative ed importanti vittorie militari contro lo Stato Islamico. Una cosa è certa: la Turchia, pur essendo un potente partner NATO, è sempre più lontana dagli Stati Uniti e sempre più vicina, politicamente parlando, alla Russia di Putin.

La risposta di Washington

Prima ancora delle accuse di Erdogan, il presidente siriano Bashar al-Assad aveva puntato il dito (non è la prima volta, ndr) su Washigton. "I miliziani che hanno riconquistato Palmira sono arrivati in Siria con il supporto diretto degli americani o con il loro placet". Il Dipartimento di Stato americano ha liquidato in fretta tutta la questione. "Sono dichiarazioni ridicole", ha detto il portavoce, Mark Toner.