Dopo il voto dello scorso 8 novembre per la corsa alla Casa Bianca, vinto a sorpresa da Donald Trump contro la super favorita Hilary Clinton, è arrivato il momento della elezione formale del presidente della Repubblica. Negli Stati Uniti gli elettori, infatti, non eleggono direttamente il presidente. Ogni stato, come si sa, ha un certo numero di rappresentati, chiamati Grandi elettori, chi vince se li aggiudica. Ne servono in totale 270 per vincere le elezioni. Le ultime consultazioni hanno visto il Tycoon newyorkese affermarsi in 39 stati , contro i 19 dell’ex first lady.

In totale Trump ha conquistato 306 grandi elettori mentre la Clinton, pur vincendo il voto popolare, si è fermata a 232. L’insieme dei grandi elettori forma il Collegio Elettorale a cui spetta il compito di eleggere formalmente il presidente. Le operazioni di registrazione del voto sono iniziate lunedì 19 dicembre, con modalità e regolamenti diversi per ogni stato. L’esito finale verrà proclamato il 3 gennaio.

Dieci grandi elettori ‘tradiranno’ il mandato ma il ribaltone è fantapolitica

Il Collegio elettorale, formato da 538 Grandi elettori a maggioranza repubblicana, voterà per il presidente ed il suo vice. La soglia fatidica è sempre di 270 voti. Dieci tra i Grandi elettori, nove Democratici e un Repubblicano, hanno già annunciato che non rispetteranno le indicazioni e voteranno contro il candidato del partito nella speranza di poter bloccare, seppur momentaneamente, tutte le operazioni.

Il caso che il giudizio del Collegio elettorale possa ribaltare il risultato delle presidenziali è assai remoto, tanto che gli esperti di politica statunitensi bollano questa come una ipotesi di fantapolitica. Basti pensare che nella storia americana un evento del genere non si è mai verificato e i faithless, ovvero gli infedeli, quelli che tradiscono il mandato, nell’arco della storia delle elezioni americane sono stati soltanto 157.

Nei 50 Stati che compongono l’Unione esistono dei meccanismi ad hoc per scongiurare il ribaltone. In 29 vigono leggi che, seppur non comportino sanzioni importanti, contengono l’obbligo di rispettare l’esito delle urne mentre negli altri 21 sono già in corso provvedimenti per sostituire chi ha espresso la volontà di votare contro. In pratica, salvo verdetti destinati ad entrare nella storia, Donald Trump il 3 gennaio sarà eletto presidente degli Stati Uniti.