Domani, 20 gennaio, si chiude definitivamente l'era di Barack Obama. Sono stati otto anni intensi, durante i quali molto ci si aspettava. E forse molte attese sono state disilluse, ma davvero lo slogan "yes we can" si può considerare un fallimento? Il primo uomo di colore eletto alla casa Bianca non ha superato la prova? Troppo severo il commento, verrebbe da dire, anche se, in molti, giudicano l'elezione stessa di Trump un fallimento ed un netto passo indietro rispetto alla politica di apertura e di speranza di Barack Obama. I Tweet al veleno, contro tutti, del magnate americano, settantenne, sembrano un brutto colpo per i democratici che adesso sono costretti a formare un'opposizione credibile ed efficace per poter ribaltare il risultato tra quattro anni, alle prossime elezioni presidenziali.

E bisogna dire che la cerimonia che si terrà domani alla Casa Bianca non sarà delle più maestose, nonostante quello a cui ci ha abituati in questi mesi Mr "The Donald". Ha fatto molta notizia sulle televisioni e giornali di tutto il mondo, il rifiuto di vari cantanti, tra cui l'italiano Andrea Bocelli, di presentarsi all'evento.

Troppo aggressivo, troppo anti convenzionale, meglio disertare, questo l'atteggiamento prevalente. Forse sono solo esagerazioni, forse si spendono troppi commenti negativi. Certamente, dopo la sua elezione dell'8 Novembre, Trump non ha ritrattato su ciò che aveva promesso in campagna elettorale e la costruzione del muro alla frontiera col Messico pare si concretizzerà davvero.

Così come molte delle sue politiche tanto preoccupano l'opinione pubblica mondiale. Sarà interessante vedere la reazione dell'Unione Europea, la quale sta attraversando il momento più critico della sua esistenza, alle sue politiche,

C'è addirittura chi ha inserito l'elezione di Trump fra una delle cause della fine del mondo.

Di certo siamo di fronte ad uno scenario eccessivamente apocalittico. Il voto degli americani è sintomo di un periodo di crescente insoddisfazione, e c'aveva ragione Micheal Moore (lui sempre molto vicino agli umori degli americani) quando sosteneva che la Clinton sarebbe stata sconfitta a causa soprattutto del voto degli operai della middle class e degli attacchi terroristici dell'Isis in tutto il mondo.

In sostanza, non ci sarà un cataclisma come molti andavano manifestando, ma sicuramente qualche cosa cambierà. Non subito, ma è ovvio che il mondo e l'Europa dovranno presto confrontarsi col miliardario settantenne famoso per la sua vita extra lusso, che da domani sarà a capo della più grande organizzazione del mondo.