L'Italicum non supera il vaglio della Corte. La riforma elettorale tanto voluta e difesa da Renzi subisce lo stop dei Giudici costituzionali. I rilievi mossi vanno a colpire il ballottaggio previsto dalla riforma ma salvano il premio di maggioranza. Salvi anche i capilista che avranno la possibilità di candidarsi come tali in più collegi elettorali. Tocca ora ai partiti e al Parlamento, procedere alla luce delle indicazioni emerse nella decisione. Utilizzare l'attuale legge uscita dalla precedente sentenza della Consulta - di tipo proporzionale - o convergere sul recupero del Mattarellum e quindi orientarsi su una legge di stampo maggioritario.

Al momento però, il vero dibattito si sposta sui tempi entro cui si andrà a votare.

Dopo la bocciatura dell'Italicum Pd, Lega e m5s spingono verso il voto

Con la decisione della Consulta sono in molti a pensare che sia stato dato ufficialmente il via al countdown che condurrà al voto in tempi rapidi. Sia il Pd, che la Lega così come il Movimento 5 stelle - una teorica maggioranza in Parlamento - spingono per andare alle urne.

Dal Largo del Nazareno fanno sapere che non hanno alcun timore del voto, anzi. C'è qualcuno che parla di un Matteo Renzi euforico. Mentre la Lega, già da tempo in pista, invita a non perdere altro tempo e sciogliere le Camere, fissando già una data per il voto:il 23 aprile.

Scontata, la volontà di mettere fine a questa legislatura, da parte dei pentastellati che non hanno mai nascosto di ritenere questo, un Parlamento illegittimo. Paradossalmente a tirare il freno a mano dopo la bocciatura dell'Italicum sono gli esponenti di Forza Italia. Complici sondaggi non esaltanti, gli uomini di Berlusconi invitano alla calma e chiedono siano prima armonizzate le leggi elettorali di Camera e Senato.

Curioso ricordare forse, come durante la Campagna referendaria uno dei tormentoni fosse quello di mandare a casa Renzi per restituire la parola agli italiani. Oggi però sembra non esserci più tanta fretta e la parola d'ordine è diventata d'improvviso, la stabilità del Paese.

Dopo l'Italicum si tornerà al Mattarellum?

Sono però in pochi quelli che hanno realmente voglia di impaludarsi in un ennesimo dibattito parlamentare su una riforma elettorale che finirebbe per allungare i tempi ed allontanare inevitabilmente la data del voto.

Pd, M5s e Lega sono forti di sondaggi che li vedono in decisa crescita rispetto ai risultati ottenuti nelle ultime Elezioni politiche. Addirittura per la Lega si potrebbe prospettare una triplicazione della presenza parlamentare. Chiaro quindi che non c'è alcun interesse a spostare in avanti le lancette del voto. Resta da capire cosa accadrà in Parlamento e se alla fine si sceglierà di convergere sulla Legge che porta il nome dell'attuale inquilino del Quirinale, o se invece si opterà per un ritorno all'antico, con il recupero di un sistema proporzionale che potrebbe fare la gioia - in assenza del raggiungimento della soglia del 40% necessario ad ottenere il premio di maggioranza - di piccoli partiti e amanti degli equilibri instabili.