La ricezione di un avviso di garanzia non comporta automaticamente la colpevolezza di un indagato, pertanto nemmeno le sue dimissioni in caso di incarichi pubblici né altre sanzioni da parte del movimento. Per quanto sia già prevista in costituzione, è la presunzione di innocenza la principale novità che emerge dal nuovo codice etico proposto da Beppe Grillo e approvato quest'oggi da 40.954 iscritti al movimento con il 91% dei voti. La trasformazione in forza di governo del movimento 5 stelle, che della moralizzazione della politica ha fatto una delle sue bandiere fondamentali, passa anche per la definizione di un codice di comportamento per i propri indagati, già annunciato da Grillo a settembre in occasione della festa nazionale del movimento e reso evidentemente più urgente dallo scandalo delle firme false alle amministrative di Palermo del 2012 e dalle recenti vicende giudiziarie che hanno interessato la giunta capitolina.

Insieme al codice di comportamento si è votato anche a favore del programma di sviluppo delle energie rinnovabili.

I sei punti del codice

Si considera incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva una condanna anche in primo grado, così come una sentenza di patteggiamento e l'estinzione di un reato per avvenuta prescrizione; con l'eccezione dei cosiddetti reati d'opinione che sono giudicati nel merito del singolo caso. Tuttavia viene sottolineata l'autonomia rispetto all'attività della magistratura del Garante del Movimento e del Collegio dei Probiviri, che possono sanzionare la condotta di un eletto a prescindere dall'esito del procedimento giudiziario, sia egli prosciolto o siano ancora in corso le indagini.

Da regolamento per Garante del Movimento si intende Beppe Grillo, mentre il Collegio dei Probiviri è un organo formato da tre membri nominati mediante votazione online su proposta del capo politico del movimento, ovvero lo stesso Grillo. Viene inoltre definita la possibilità di auto-sospendersi dal movimento per tutelarne l'immagine, mentre il quinto punto è dedicato ad affermare l'obbligo di informare il gestore del sito, Davide Casaleggio, di qualunque procedimento penale in corso; mancanza che costò la sospensione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

Infine ci si rivolge ai sindaci e ai presidenti di regione affinché facciano rispettare il codice ai componenti delle proprie giunte, anche a coloro che non sono iscritti o eletti nel Movimento; ogni possibile riferimento alla Raggi e ai casi di Marra e Muraro sembra tutt'altro che casuale.

Le prime reazioni

Il Partito Democratico evidenzia come la svolta garantista del Movimento 5 Stelle sia in contraddizione col giustizialismo che lo ha caratterizzato fino a questo momento, tanto che Alessia Morani la definisce "la tomba del grillismo", mentre Michele Anzaldi critica il sospetto tempismo del provvedimento: "Grillo vara un codice salva-Raggi".

Non è più positivo il commento dell'ex sindaca di Quarto espulsa dal M5S, Rosa Capuozzo, che vede invece il codice come "scritto su misura per la storia delle firme false a Palermo" e soprattutto quello del sindaco di Parma Pizzarotti, che dopo mesi di sospensione ha deciso di abbandonare il movimento di sua volontà, quando un codice etico ancora non esisteva: "Nel Movimento 5 Stelle oggi continuo a vedere molti yesman ma pochi politici". "Se applichiamo il codice del M5S ai partiti non restano neanche le sedie" replica Luigi Di Maio su twitter.