Il Matteo Renzi che si affaccia al nuovo anno dopo la batosta referendaria, non è poi così diverso da come ce lo si potesse aspettare. Sicuramente non delude chi lo conosce bene e si attende da lui uno scossone senza dare spazio a rimpianti o a sempre inutili giustificazioni. Gli argomenti alla base della nomenclatura renziana affiorano qua e là, e non poteva essere diversamente. Riflessione innanzitutto, una serena disamina su ciò che non ha funzionato come dovrebbe, fermandosi quanto basta per vedere tutti gli aspetti nel modo più chiaro e privo di condizionamenti fuorvianti.

Se necessario riscoprendo la valenza del cammino rispetto la corsa, della attenta elaborazione dei concetti rispetto al frenetico "sempre avanti". Sicuramente si fa sentire la voglia di recriminare sugli aspetti positivi sortiti dal jobs act, gli 80 euri in busta paga, lotta all'evasione, riduzione delle tasse, questo non deve però tradursi in una ulteriore quanto già vista e digerita propaganda.

Si riparte quindi, all'insegna del futuro, del nuovo, che deve prendere preziosi spunti dalle lezioni subite. Cosa non di poco conto per la verità, complice la situazione tutt'altro che stabile che si delinea ormai da tempo in tutta Europa. In Italia non ci si discosta dai parenti continentali, la sinistra in generale e il Partito Democratico in particolare necessitano di un preciso riallineamento a partire dagli uomini e dalle idee.

Lavoro tutt'altro che facile, e questo l'ex premier lo sa, riorganizzare un partito produce sempre e inevitabilmente malumori e diffidenza. Tanto più quando il partito stesso non rappresenta pienamente il suo elettorato, dimostratosi in diverse occasioni poco incline a seguire le indicazioni di voto fornite dal gruppo dirigente.

Ecco quindi in sostanza un rottamatore ancora convinto sulla bontà del rinnovamento della classe che comanda, dell'esigenza di ripulire l'ambienta dall'aria viziata, con facce nuove in grado di restituire credibilità anche in aree dello stivale dove maggiormente si sente le necessità di una svolta epocale. Renzi all'attacco, verrebbe voglia di dire, con le idee più nitide per trattare magari le stesse problematiche di prima con più attenzione e cautela.

Ponendo inoltre maniacale attenzione alle alleanze, spesso un salto nel buio raramente in grado di accontentare ad un tempo elettori e sostenitori.

E fondare un nuovo partito? Allettante, molto allettante.........