Atteso al suo rientro sulla scena pubblica, Matteo Renzi non ha deluso le aspettative dei suoi fedelissimi e degli osservatori politici. Pullover blu in stile 'Marchionne', il Segretario del Partito Democratico è stato accolto da un lungo applauso che, almeno a Rimini, tiene lontano le tensioni che divampano all'interno del partito. E per quanto la tentazione sia forte, Renzi non cede alla polemica con la minoranza riunita a Roma attorno a D'Alema, ma apre con un lungo tributo alle vittime del terremoto. Un pensiero commosso che non impedisce all'ex premier di lanciare un duro attacco agli "sciacalli" del giorno dopo, quelli che, nelle ore drammatiche che hanno colpito l'Abruzzo, si sono scagliati contro protezione civile e soccorritori.

Renzi: 'una stagione nuova e bella per la politica'.

Nel mirino di Renzi non ci sono i suoi avversari interni, ma coloro che alimentano "superficialità e paura", colpevoli di aver disgregato il senso di Comunità nel Paese. Quella comunità che, per l'ex premier, "va ricostruita rifondando il senso di appartenenza che inizia dalla riqualificazione urbana delle periferie". Chiusa la pagina dei 1000 giorni precedenti "di cui non importa più a nessuno" per Renzi occorre ripartire dalle cose da fare, per passare "dal patto di stabilità al patto di comunità". Deluso dall'Europa, che aveva pensato "di poter cambiare dopo Ventotene", l'ex Presidente del Consiglio guarda ai cambiamenti epocali del nostro tempo in cui "Davos viene aperta dal Presidente della Cina mentre i trumpisti italiani invocano il protezionismo".

Lamenta l'incomprensione di Bruxelles che inchioda i conti italiani a qualche punto di decimale mentre c'è fame "di investimenti per la crescita".

Da Renzi nessuna data per le elezioni

Quello di Matteo Renzi é stato un intervento in cui hanno trovato spazio sia il riconoscimento degli errori commessi ma allo stesso tempo la rivendicazione delle scelte compiute in tema di riforme, provvedimenti in materia economica e di tutela dei più deboli.

Non é un Partito Democratico dimesso quello a cui pensa il Segretario ma é un Pd che non "guarda al suo ombelico e punta a conquistare il 40%". Dal palco ha infine spronato i suoi a non "cedere al catastrofismo del populismo" ma a lavorare perché "dalle buone pratiche possano nascere le risposte politiche alla situazione attuale".

Nessuna certezza invece, sulla data delle elezioni né sulla legge elettorale, tranne la consapevolezza di doversi "trovare pronti ad affrontare uno scenario in cui gli avversari saranno la destra e il Movimento 5 stelle". Prudenze di rito a parte, è chiaro che, dopo la giornata di ieri, i partiti hanno intrapreso la strada che porta al voto e che, d'ora in avanti, sarà solo questione di mesi.