L’attentato di capodanno ad Istanbul, rivendicato dall’Isis e costato 39 vittime, ha fatto crescere ulteriormente l’attenzione dei governi in Europa sulle possibili minacce alla sicurezza. A tal proposito il ministro dell’Interno Marco Minniti ha presieduto al Viminale un incontro con tutti i vertici nazionali delle Forze di Polizia e dei Servizi di intelligence per un aggiornamento sulle possibili minacce al nostro Paese. Durante la riunione è stata condotta un’analisi accurata dello scenario internazionale: l'attenzione rimane altissima, ma il livello della minaccia non dovrebbe cambiare per l'Italia.

Le azioni immediate

Secondo la nota del ministero qui da noi “continua ad essere utilizzata una strategia fondata, da un lato su un’intensa attività di intelligence che pianifica gli interventi di prevenzione e, dell’altro, sul controllo del territorio, con il coinvolgimento di tutte le forze in campo”. Inoltre il Viminale fa sapere che il Comitato di Analisi Strategico Antiterrorismo (CASA) è riunito permanentemente “per poter garantire, anche in questi giorni di festa, il massimo impegno per la sicurezza e la tranquillità degli italiani". Infatti, sin dall’attacco di Berlino, sono state aumentate notevolmente le misure di sicurezza contro eventuali atti di terrorismo: ad esempio le feste in piazza di capodanno si sono svolte in tutta Italia con un dispiego di uomini e mezzi superiori agli anni precedenti.

Gli interventi previsti dal Viminale

Ma la strategia del ministero degli Interni guarda anche al futuro: un pacchetto di misure sulla sicurezza – in parte applicabili immediatamente, ma anche norme da discutere in Parlamento – che abbiano come priorità la lotta ai migranti irregolari, prendendo spunto dalle direttive della circolare emanata il 30 dicembre scorso dal capo della Polizia Franco Gabrielli.

Tra i punti previsti, la possibilità di proporre ritocchi legislativi al reato di clandestinità, proprio per evitare che gli stranieri denunciati rimangano in Italia fino al termine del procedimento penale. Si è visto, infatti, che questa norma rallenta o addirittura impedisce l’espulsione dello straniero irregolare, perché questi può chiedere di rimanere nel nostro Paese fino alla conclusione dell’iter processuale.

Le misure da attuare in futuro

Tra le disposizioni più urgenti da attuare, un’accelerazione dei rimpatri di tutti coloro che non possiedono i requisiti per essere accolti. In questo modo si cercherebbe anche di rispondere alla richiesta di misure più restrittive sul tema, venuta nei giorni scorsi da diverse forze dell’opposizione. Cambierà quindi completamente il sistema di assistenza ai migranti: maggiore rapidità delle procedure per chi richiede asilo e inserimento nei circuiti dei lavori socialmente utili per chi è in attesa di risposta, collaborazione con le autorità dei vari Paesi di origine per velocizzare i rimpatri, incremento delle operazioni per rintracciare gli “irregolari” in quelle zone dove gli stranieri sono diventati manovalanza della criminalità o comunque svolgono lavori “in nero”, immediato trasferimento nei 10 Cie, i Centri di identificazione ed espulsione sparsi sul territorio, attualmente in funzione.