Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha mantenuto le sue promesse, confermando l'avvio di tutte le pratiche per la costruzione del Muro al confine con il messico a partire da oggi. L'annuncio è stato dato dal tycoon su Twitter: "Grande giorno domani per la sicurezza nazionale, costruiremo il muro!".

Il gran giorno è arrivato

Donald Trump, dunque, ha comunicato che, a partire da oggi, comincerà l'iter per innalzare la tanto discussa barriera promessa in campagna elettorale, e che cambierà la storia dell'America. Si tratta di un muro divisorio tra Stati Uniti e Messico, per proteggere gli Usa dall'ingresso di immigrati clandestini che tentano di instaurarsi nel paese senza documenti.

Oggi il Presidente apporrà la sua firma su decreti inerenti non solo la costruzione del muro, ma anche una serie di limitazioni riguardanti l'accoglienza dei migranti, al fine di bloccare l'arrivo dei profughi dalla Siria e dai paesi musulmani, ovvero quelli maggiormente a rischio terrorismo. Il presidente messicano, da parte sua, ha dato mandato ai suoi delegati di mostrarsi disponibili alle trattative rimanendo, però, intransigenti sui diritti dei rimpatriati irregolari.

Restano delle incognite

Sappiamo, dunque, che il muro si costruirà, ma non sappiamo con quale materiale verrà innalzato né la sua esatta collocazione. Giunge notizia che, probabilmente, l'amministrazione americana farà riferimento ad una legge del 2006 il "Secure Fence Act", approvata da George Bush, che autorizzava la costruzione di reticolati lungo una frontiera più lunga di 2.000 miglia.

Chi pagherà il muro? Inizialmente si pensava potessero essere i messicani a pagarlo, ma il presidente Enrique Pena Nieto ha subito provveduto ad escludere categoricamente quest'eventualità. In seguito, Trump ha fatto sapere che il muro verrà finanziato dai vari contribuenti americani, e che verrà successivamente chiesto ai messicani di rimborsare le spese anche se, di fatto, non sussiste alcuna garanzia che ciò possa accadere, tenendo conto delle dichiarazioni del presidente dello Stato centroamericano.

C'è poi la reale presenza di un trattato, introdotto nel 1970, che regolamentava le possibili attività al confine tra Stati Uniti e Messico e che, inoltre, proibiva la presenza di strutture che avrebbero ostacolato il regolare scorrimento dei fiumi.