Probabilmente non è che l'inizio di una lunga stagione di 'twittate'. Certo è che lui, Donald Trump, che ha fatto di Twitter l'arma segreta per vincere le elezioni, presente sulla piattaforma dal 2009 e molto attivo con oltre 34 mila tweet e 21 milioni e mezzo di follower, lui che dice di non amare il mezzo ma di usarlo per contrastare la stampa 'disonesta', non poteva farsi sfuggire l'occasione e difatti ha twittato: "Ho visto le proteste ieri, ma se non sbaglio abbiamo appena avuto un'elezione! Perché queste persone non hanno votato?"

Il tycoon neopresidente risponde così alla Women's march on Washington, la manifestazione di protesta che ha sfilato per le vie della città e si è allargata ad altre capitali mondiali coinvolgendo secondo i dati diffusi 2 milioni di persone, donne ma non solo.

Dal suo canale comunicativo privilegiato Twitter ha obiettato: "Le celebrità fanno male alla causa".

Il nuovo inquilino alla Casa Bianca ha puntato il dito contro le star che hanno partecipato alla mobilitazione dei cappellini rosa, simbolo contro la misoginia presidenziale, come Charlize Theron, Scarlett Johansson e Jane Fonda, il regista Michael Moore, la scrittrice femminista Gloria Steinem. Ma il riferimento era soprattutto alla pop star Madonna che si è esibita più che con canzoni, con sonore parolacce all'indirizzo del presidente.

Un tweet per tirare qualche frecciatina

Dopo il primo tweet sembrava che il miliardario presidente fosse più interessato a levarsi qualche sassolino dalle scarpe per poi tirarlo misto alle frecciatine verso il predecessore Obama e la stampa avversa.

Per cui in un tweet successivo si è concentrato sui dati d'ascolto nel giorno del suo insediamento alla Casa Bianca e ha scritto soddisfatto: "Wow i dati sugli ascolti televisivi sono appena usciti: 31 milioni di persone hanno visto l'inaugurazione, 11 milioni in più rispetto ai buoni ascolti di 4 anni fa".

Un cinguettio per aggiustare il tiro

Probabilmente alcune risposte al suo primo twitter da parte di oppositori, hanno fatto pensare allo staff presidenziale che era meglio tornare sull'argomento con un tweet più conciliante.

E così è stato: "Le proteste pacifiche sono il marchio della nostra democrazia. Anche se non sono sempre d'accordo, riconosco il diritto della gente di esprimere il proprio punto di vista".

Marcia rosa con soldi dell'Arabia Saudita dove le donne non hanno diritti

D'altra parte forse non si fa una rivoluzione, quale quella annunciata proprio alla manifestazione di Washington dalla regina del pop Madonna, usando come cavallo di battaglia poco originale insulti a pioggia. O con un movimento che milita contro il sessista Trump, avendo per 'capopopolana', la stessa Madonna che in campagna elettorale aveva promesso sesso orale a chi avrebbe votato Hillary Clinton alle elezioni!

Ma non è questo l'elemento di perplessità maggiore, quanto il fatto che il movimento di femministe americane nuove e vecchie che ha marciato in nome dei diritti civili, è finanziato dalla Clinton Foundation che prende denaro dall'Arabia Saudita dove ad esempio le adultere sono condannate alla lapidazione.

Lo ha denunciato in un twitter Sarah Abdallah, scrittrice indipendente libanese, analista geopoltica e opinionista. Che scrive: dove erano le donne in marcia quando i terroristi di Obama e Hillary hanno violentato le donne siriane e irachene e ridotte alla schiavitù sessuale?

Probabilmente anche le ideologie prosciugate e svuotate sono tristi assai, specie se il potere economico che le sorregge, è più intriso di nefandezze di quelle che vorrebbe combattere.

L'accanimento di pop star o celebrietes può solo che rendere un ottimo servizio a Trump la cui amministrazione appena insediata andrà valutata in base ai fatti. A cominciare dallo smantellamento dell'Obama care, la più importante riforma dell'amministrazione Obama per dare una copertura sanitaria a 13 milioni di americani che non erano assicurati, se è vero come è vero che Trump ha subito firmato un decreto esecutivo.