Il 14 Ottobre 2007 Waler Veltroni rilasciava le prime parole da segretario del Partito democratico: "Da oggi deve far paura la parola conservazione. Il Pd dovrà durare decenni, non nasce da un leader e per un leader, ma dalle persone reali di questo Paese". A distanza di quasi 10 anni, si può dire che non è andata come Veltroni auspicava: il partito è ad un passo dalla scissione, con alcuni leader, D'Alema e Bersani su tutti, pronti a fondare un nuovo Partito. Il motivo, almeno quello ufficiale, è legato alla data del congresso, uno dei momenti più importanti della vita di un partito in quanto è nel congresso che si discute e si sceglie la linea politica e la leadership da tenere negli anni seguenti.

Il congresso avrebbe dovuto svolgersi tra Settembre e Dicembre 2017, ma con le dimissioni da segretario di Matteo Renzi dovrebbe essere anticipato di qualche mese, probabilmente ad Aprile.

Renzi vs minoranza: il motivo della rottura

Matteo Renzi ha deciso di dimettersi, e anticipare così la data del congresso, perché ritiene che, con la sconfitta al referendum costituzionale, si sia conclusa una fase politica e che serva aprire una nuova fase. Inoltre, l'ex Premier non vuole lasciare agli avversari l'argomento "elezioni subito", facendo capire di essere favorevole ad andare alle elezioni subito dopo il congresso. Al contrario, la minoranza è contraria al congresso in quanto minerebbe la stabilità del governo Gentiloni, governo comunque a maggioranza Pd.

La minoranza sa, inoltre, che oggi come oggi non ha grosse possibilità di vincere le primarie contro Renzi. Se invece si votasse in autunno la posizione dell'ex segretario potrebbe essere indebolita dalle sconfitte ai referendum della CGIL e alle amministrative avendo quindi maggiori chance.

Renzi: "Avanti per il Paese"

Durante l'Assemblea di ieri è intervenuto sulla questione Matteo Renzi, chiudendo definitivamente le porte alla minoranza: "peggio della scissione c'è solo il ricatto" è stata una delle prime frasi pronunciate dall'ex premier.

In seguito, ha sottolineato che "la nostra responsabilità è innanzitutto verso il Paese" e che bisogna andare avanti "perché ce lo chiedono i nostri figli, per rispetto dei volontari, per chi aspetta una risposta concreta dal governo e dal partito". Nessun passo indietro, infine, sul congresso: "Se non lo facciamo diventiamo come gli altri. Dobbiamo difendere i principi democratici, è l'alternativa al modello Casaleggio o Arcore".