Si è svolta questo venerdì 17 febbraio presso l'Hotel Tiziano di Lecce un'assemblea pubblica del movimento "Consenso", nella quale è intervenuto anche Massimo D'Alema, il quale ha fatto un lungo intervento nel quale ha parlato di questioni europee ed internazionali, ma si è anche soffermato su questioni nazionali e interne al Pd. Ecco i passaggi salienti di quello che ha detto.

'Vogliamo un congresso vero, altrimenti nascerà una forza autentica di centrosinistra'

Specificamente sulle vicende interne al PD D'Alema ha detto. "Vorremmo un Congresso serio, perché sinceramente un plebiscito manipolato non è la via d'uscita da una crisi drammatica. Se questa richiesta non troverà una risposta, allora è il tempo di ricostruire una forza autentica del centrosinistra italiano: questo è il tema. La scissione è già largamente avvenuta, con migliaia di elettori, il problema è come ricostruire un campo di forze. Serve una fase costituente aperta in cui confluiscano personalità politiche, società civile, mondo del lavoro e corpi intermedi interessati a creare un movimento, perché non serve un partitino. Occorre tenere aperta una ricomposizione del centrosinistra. Serve una svolta: questa deve passare da un congresso vero del PD, con il Governo che deve pensare a governare per il paese e magari affrontare il nodo dei referendum sul lavoro proposti dalla CGIL. Servirebbe nel PD una discussione di carattere programmatica e ideale (peraltro non prevista dallo Statuto), quindi un percorso che si conclude con le Primarie a Ottobre. Se tutto questo viene respinto perché vogliono dare pieni poteri al capo, allora ognuno si prenderà le sue responsabilità. In questo momento se nasce un forte e ampio movimento alla sinistra del PD, esso raccoglierebbe molti consensi di persone che non voterebbero mai per Renzi e contenderebbe anche parte dei voti dei 5 Stelle: la somma dei voti che esso più il PD potrebbero prendere è assai superiore a quella che prenderebbe il PD da solo. Qualcuno dice che la scissione è un dramma e una tragedia, in realtà se non ci sono alternative è l'inizio della ricostruzione di un campo di forze che rischia di perdersi. Quindi io consiglierei meno enfasi e meno arroganza: se si vuole ricostruire un tessuto unitario ci vuole la modestia dell'autocritica".

'Se il Congresso PD è vero lo si affronti. Uscire può essere una sollevazione ma andare alle elezioni da soli è una fatica'

Infine D'Alema ha concluso: "Se il Congresso è una cosa vera e seria è una sfida che si può affrontare. Ci sono già delle candidature e altre ne possono venire per contendere la leadership. Ho apprezzato la coerenza e l'impegno di Speranza in quest'ultima fase, così come apprezzo la franchezza di Michele Emiliano. Chi fa seriamente politica sa che non ci si può permettere di avere il rancore: io ho un dissenso politico radicale con il segretario del nostro partito. Anche con Enrico Rossi non ho condiviso alcune cose come il referendum, ma adesso si è schierato con noi, ed è bene, siamo amici. Non è ragionevole che io mi candidi a guidare il PD, ora c'è una generazione diversa e sono dispostissimo a giocare in seconda fila dando contribuiti e idee. Quando si è dovuti uscire per primi dalla trincea io mi sono sempre preso la responsabilità. Ricordo che costruire un movimento per affrontare una campagna elettorale, un movimento che ad ora non ha né nome né marchio, è una fatica immensa che comporta l'impegno di migliaia e migliaia di persone. So che tanti si sentono sollevati a questa idea, ma presto arriverebbe il gravame del lavoro da fare. Ma può essere un punto di svolta, perché serve un nuovo centrosinistra che argini il populismo e lo faccia tornando nei quartieri popolari".