In occasione della "Costituente delle idee" di Possibile in corso di svolgimento in questi giorni a Roma, è intervenuta la nota giurista Anna Falcone, una delle protagoniste del referendum costituzionale come vice-presidente del Comitato per il No, che è stata intervistata in esclusiva da Blasting News. Ecco che cosa ci ha detto.

Che cosa è rimasto del referendum costituzionale in questo Paese dopo due mesi e mezzo dal voto?

"I cittadini hanno dato un messaggio molto chiaro: nella Costituzione si riconoscono il 60% dei cittadini italiani e anche prendere solo la Costituzione come punti di riferimento di un possibile programma politico di una sinistra larga e in prospettiva unita, sarebbe la scelta più intelligente e utile per il Paese.

E' molto evidente che il grande messaggio di democrazia arrivato il 4 dicembre qualcuno cerca ora di nasconderlo e farlo passare in secondo piano: sta a noi tenere viva l'attenzione, rilanciandolo e individuando i punti cruciali che aspettano ancora di essere attuati: io direi democrazia e Lavoro".

'I referendum su lavoro si tengano insieme alle Amministrative, quei soldi si diano per sostegno al reddito'

E a proposito di referendum sul lavoro, pensa che i quesiti proposti dalla CGIL possano essere utili a dare una "continuità sociale" al voto del 4 dicembre?

"Certo, sono due temi strettamente legati perché non c'è democrazia senza lavoro, non c'è lavoro senza democrazia e non c'è libertà senza democrazia e lavoro.

Infatti i Comitati per il No da adesso in poi si chiamano Comitati per la Democrazia Costituzionale e appoggeranno i referendum della CGIL, saranno soggetti attivi nella prossima campagna referendaria".

Quando si terranno le Elezioni politiche secondo lei?

"Non credo che si voterà prima dell'estate e probabilmente neppure entro il 2017, ci sono troppi interessi che spingono affinché si voti più in là.

La cosa che noi auspichiamo è piuttosto che si unifichi la data referendaria sul lavoro con le prossime elezioni Amministrative: non fosse altro perché in un periodo di crisi economica risparmiare qualche decina di milioni di euro e destinarlo alla ricerca o magari a qualche misura di sostegno al reddito non sarebbe certo sbagliato".

'Penso a una sinistra larga, senza capi né leader, in cui tutti sono a servizio del Paese'

Lei negli ultimi mesi è stata indicata come una possibile figura che può provare a unire la sinistra, o almeno a fare da "pontiere", come si vede in questo ruolo? Sarebbe disponibile?

"Beh, sarei un "pontiere laico" visto che quando penso a "pontiere" mi viene in mente "pontifex" ed esso è un ruolo fin troppo alto. Se poi la sinistra avesse bisogno di un "papa donna" laico sarebbe una cosa ironicamente simpatica (ride, ndr). Comunque seriamente, dobbiamo essere tutti disponibili, non si tratta di avere ruoli. A me piacerebbe pensare a una sinistra larga che non abbia un capo o un leader, ma che abbia una classe dirigente giovane, dinamica, impegnata e credibile che possa lavorare insieme; mi piace pensare a un gruppo di persone nel quale tutti sono leader e ci sono riconosce come pari e come risorse al servizio del Paese".