Dall'ultima riunione del Fondo Monetario Internazionale, sulla questione Grecia, era venuta fuori una spaccatura del consiglio tra chi fosse ancora fautore della politica di austerity portata avanti fin'ora e chi invece alla vista dei risultati ottenuti chiedesse un cambio di rotta. Per capire meglio la situazione attuale occorre dare uno sguardo ai dati. Il PIL della Grecia è cresciuto nel 2016 dell'1% e le stime per il 2017 prevedono una crescita al 2,7%. Risultati a prima vista molto positivi se non fosse che negli ultimi sei anni la Grecia, sulla base della politica restrittiva imposta dall'Europa, ha bruciato il 25% del proprio PIL.

La disoccupazione è al 23%, quella giovanile, come in Italia, supera il 40%. Il debito pubblico è alle stelle e sfiora il 180% del PIL. In questo momento si vive una situazione di stallo ma a breve le cose potrebbero repentinamente cambiare. Diversi sono gli appuntamenti importanti in agenda. Il riferimento va alle elezioni ormai imminenti in Francia, Germania ed Olanda e a quelle probabili in Italia ed in Grecia. Altra scadenza fondamentale è quella prevista a Luglio 2017, data in cui gli ellenici dovranno restituire una considerevole parte, 7 miliardi di euro, delle risorse finanziarie ricevute. Ora, alla luce del risultato elettorale negli Sati Uniti e del rinnovato vigore che le forze nazionaliste stanno conoscendo in questi ultimi mesi è naturale domandarsi cosa accadrebbe se fossero imposti nuovi sacrifici alla Grecia.

Stop austerity

Tsipras da parte sua ha già fatto sapere che non imporrà ai suoi connazionali un altro euro di sacrifici. Una presa di posizione, questa, che rimette all'ordine del giorno la questione grexit. Difficile prevedere per quali sentieri si avventurerebbe l'UE se in Francia trionfasse il Fronte National di Marine Le Pen, la quale ha promesso che porterà la Francia fuori dall'UE.

Di qualche giorno fa è inoltre le notizia che anche il FMI ha bocciato la politica dell'austerity e i risultati ottenuti in Grecia. Raramente il FMI ha manifestato così apertamente l'esistenza di spaccature al suo interno dichiarando senza veli che è necessario un taglio del debito ellenico da parte dei creditori europei affinchè il risanamento sia concretizzabile.

Contemporaneamente il FMI ha rinnovato l'invito alla Grecia a portare a compimento il programma delle riforme strutturali già iniziato. Tornano a preoccupare i tassi sui bond greci, che nei giorni scorsi hanno sfondato la quota dell'8%, conosciuta come "soglia del non ritorno" dagli addetti ai lavori.