Roma è nell'occhio del ciclone, e la protagonista dell'ultimo scandalo è nuovamente la sindaca "pentastellata" Virginia Raggi a cui Salvatore Romeo, capo della sua segreteria, avrebbe intestato due polizze a vita. I punti oscuri di questa vicenda sono ancora tanti, primo fra tutti il fatto che una polizza di investimento potrebbe essere intascata dalla Raggi soltanto in caso di morte di Romeo. Quest'eventualità potrebbe confermare la dichiarazione della sindaca di essere all'oscuro di tutto, trattandosi di una polizza che non presupporrebbe alcuna firma da parte del beneficiario.

Molti hanno gridato allo scandalo, parlando di "gogna mediatica" a cui la prima cittadina sarebbe sottoposta da mesi; altri ancora hanno definito la situazione come uno "scambio di favori per facilitarne la candidatura alle elezioni". Molteplici sono i punti di vista e altrettante sono state, e sono tutt'ora in corso, le dichiarazioni. Numerose sono state anche le richieste di dimissioni.

Il confronto

Ad andare controcorrente il giornalista Enrico Mentana, il quale ha dichiarato: "Virginia Raggi non deve dimettersi", ribadendolo anche ieri sera, nella puntata di "Bersaglio Mobile" su La 7 che ha visto proprio la presenza della sindaca romana.

Con un continuo e reciproco botta e risposta, le tematiche toccate nel confronto sono state molteplici: dalla mancata candidatura alle Olimpiadi all'attuale caso delle polizze a vita.

Mentana inizia facendo riferimento all'interrogatorio a cui la sindaca si è sottoposta per rispondere alle domande dei PM, e alla sua richiesta di avere maggiori informazioni, la Raggi risponde di "non poter parlare dell'interrogatorio" e che a rispondere per lei saranno i suoi avvocati.

Dopo una breve premessa, si passa all'argomento del giorno: le polizze a vita a lei intestate da Romeo.

La grillina precisa la natura delle polizze evidenziando - data la tipologia - la sua impossibilità nel sapere di esserne la beneficiaria. Il ritmo del dibattito si fa più incalzante quando il direttore chiede all'avvocatessa se "pensa che questa situazione possa essere una punizione per le mancate Olimpiadi o per la sua attuale opposizione alla realizzazione dello stadio della Roma".

La Raggi ribadisce le sue posizioni, rimarcando che "le Olimpiadi per Roma sono da sempre un'occasione di speculazione. A causa dell'attuale situazione economico-finanziaria in cui ci troviamo, la realizzazione di un evento di questa portata non sarebbe stato possibile". Una presa di posizione netta la sua, seguita dall'impossibilità per lei di dimostrarlo "a causa di mancanza di prove".

I ruoli si invertono, e questa volta è la Raggi che chiede a Mentana se, secondo lui "si possa parlare di accanimento nei suoi confronti". "C'è indubbiamente un'attenzione particolare nei suoi confronti - ammette il padrone di casa - attenzione amplificata forse a causa del vostro credo religioso, l'onestà, spesso evocato in campagna elettorale".

Immediata è la replica della pentastellata, la quale sostiene che sia "giusto pretendere spiegazioni, come sto dando io in questo momento, ma questa richiesta dovrebbe essere fatta in modo equo e a tutti".

Un progetto per Roma

A chiudere il dibattito è una domanda del direttore "È stato fatto qualcosa di positivo in questi primi mesi da parte sua e della sua giunta?". "Tra i tanti aspetti positivi, quello di maggior importanza è stato l'approvazione del bilancio nei termini previsti - ha risposto la Raggi - che ha consentito alla Capitale di ottenere un primato, essendo una delle prime città ad averlo approvato entro le scadenze previste".

La sindaca di Roma conclude con una frase emblematica: "Abbiamo un grande progetto per Roma, progetto che merita rispetto nei confronti dei cittadini romani che mi hanno eletta, e noi siamo qui per portarlo avanti".

Il suo lavoro è a metà dell'opera e, anche se non conosciamo ancora tutti i dettagli del progetto, ci auguriamo che includa la rinascita di una grande città come Roma.