Dopo l'accordo siglato con la Libia (in realtà, solo con il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale), il ministro dell'Interno marco minniti ha illustrato il suo piano per l'immigrazione alle commissioni riunite di Camera e Senato; il piano è volto a contrastare l'immigrazione clandestina e a razionalizzarla una volta per tutte. Soprattutto, il ministro è stato chiaro sulla strategia di rimpatrio: tutti i Paesi chiamati in causa dovranno collaborare, dalla Libia agli altri Stati magrebini fino all'Europa per quanto riguarda la redistribuzione.

Il pacchetto di Minniti, che oltre all'immigrazione contiene anche le norme per la sicurezza urbana, potrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri già domani.

Il lavoro gratis per i migranti e i rimpatri

Per prima cosa, il piano prevede il restringimento dei tempi per ottenere l'asilo politico e l'impiego, da parte dei Comuni, dei migranti in lavori di pubblica utilità non retribuiti e finanziati con fondi europei. L'impegno è ipotizzato al fine di non creare concorrenza e duplicazioni nel mondo del lavoro, già profondamente minato dalla crisi. Invece, per gli irregolari e i violenti l'unica strada sarà quella del rimpatrio, ma più veloce e davvero esecutivo: "Il foglio di via è inutile - ha detto Minniti - chi non può restare deve essere riportato al Paese di provenienza".

Inoltre, gli obsoleti Cie saranno sostituiti dai nuovi Centri permanenti per il rimpatrio, di circa 1.600 posti e uno per regione: "Saranno strutture di piccole dimensioni, fuori dai centri urbani, vicine alle infrastrutture di trasporto e poteri di accesso illimitato per il Garante dei detenuti". Una proposta che però si scontra con la mancanza di accordi bilaterali con buona parte dei Paesi di provenienza, i costi altissimi di rimpatrio e il rifiuto sistematico di buona parte dei migranti a rivelare la propria nazionalità.

Dopo aver ribadito la crucialità della Libia in queste operazioni, Minniti ha poi ribadito di non credere all'equazione immigrazione uguale terrorismo: "Semmai, la vera causa è la mancata integrazione, come dimostrato dai recenti attentati in Europa. Per questo, la formula è semplice: severità con chi non rispetta le nostre leggi e accoglienza per chi invece le accetta".