Palazzine e palazzinari. Tra gli abitanti della Capitale questi termini, usati in modo alquanto dispregiativo e ironico, indicano degli imprenditori propensi alla costruzione. Negli ultimi periodi Roma ha subito una vera e propria cementificazione e questi termini vengono usati molto spesso, in alcuni casi i cittadini ne abusano. Dopo le dimissioni di Paolo Berdini, ormai ex assessore all’Urbanistica del comune di Roma, molti hanno continuato ad abusare di queste terminologie.

La questione riguarda il tanto atteso Stadio di proprietà della Roma, che vuole ovviamente accelerare i tempi.

In un primo momento la Giunta era favorevole, ma l’uomo chiave del match (Berdini appunto), ha posto il veto. O lo Stadio si fa nel pieno rispetto delle regole, oppure si annulla tutto. E proprio su questa vicenda che è avvenuta la rottura insanabile tra Berdini e la Raggi: lo Stadio si farà a Tor di Valle, con quel progetto presentato nel 2012. Punto.

La vittoria dei Palazzinari

Ovviamente l’opinione pubblica non ha perso tempo e subito si è gridato alla vittoria (o alla sconfitta) dei palazzinari. Accuse su accuse, che hanno travolto anche l’ex assessore, accusato di avere degli interessi personali con noti costruttori (accuse ad oggi infondate e assolutamente false, fino a prova contraria).

Ma ovviamente questo ha favoriti altri, portando colate di cemento ad inondare Roma. Il progetto non sembra essere all’apparenza malvagio e così grigio a causa della presenza massiccia di cemento, ma comunque le accuse sono piovute su tutti i fronti. E tra palazzine, stadi e collusioni, il braccio di ferro costante continua, tra cosa è giusto e cosa potrebbe esserlo, tra cosa è sbagliato e quale potere forte potrebbe essere coinvolto.

E nell’immobilismo più totale, Roma continua ad essere lo specchio del nostro Paese: le idee non mancano, ma finché rimangono tali, si può solamente sognare. E di questi periodi servirebbe un pizzico di concretezza in più.