Sembra passato ormai un secolo dallo scandalo di Mafia Capitale, ma nulla sembra essere risolto in una Roma ormai ferita a sangue da quell’ indifferenza e da quella poca propensione per poter amministrare una città secolare. Una città in ginocchio come non mai in questi ultimi anni, tra scandali del potere ed una situazione tragicomica che continua a rimpolpare le cronache. Con l’avvento di Virginia Raggi tutto sembrava essere risolto, un vento di cambiamento sembrava aver investito la Capitale d’Italia.

Ma tra voglia di cambiamento e totale scetticismo, il nuovo sindaco di Roma ha incontrato solamente difficoltà.

La sensazione che tutti hanno è la solita, ovvero quei dilettanti allo sbaraglio che per anni hanno gridato allo scandalo e hanno dimostrato di voler risolvere i mali con l’arma dell’ onesta e che poi hanno dovuto abdicare davanti a situazioni incurabili. Dilettanti o meno, anche chi ha sostenuto la candidatura si è trovato davanti un bivio: capire se veramente Virginia Raggi sia stata o meno la scelta giusta.

Questione di scelte

Forse proprio di scelte si sta parlando. Salvatore Romeo, infatti, sembra esser costato caro al M5S: la sua nomina a capo della segreteria politica del Campidoglio ha investito nuovamente il Movimento. E dal caso Marra a quello Muraro, la bufera non sembra poter finire. E se Di Maio attacca chi infanga ingiustamente il movimento, i cittadini romani sembrano essere divisi in due fazioni.

Molti incitano questa giunta ad andare avanti, distogliendo l’attenzione su quelli che vengono definiti giochi di potere, molti altri ne chiedono le dimissioni. Una vera e propria lotta interna, che nasce dalla pancia di Roma: una situazione inverosimile, che non coinvolge solamente la politica o ciò che gli ruota intorno.

La situazione nella Capitale è davvero ai limiti, anche perché non si tocca ancora con mano l’operato del Primo cittadino.

Una città devastata, sempre più in balia di un incontrollabile menefreghismo di chi la vive trecentosessanta giorni l’anno. Basta fare un giro per Roma e capire cosa sta succedendo: monumenti storici abbandonati al degrado, strade coperte da auto in sosta selvaggia e cumuli di spazzatura che a volte rimangono a fermentare giorni e giorni.

Per non parlare di un fondo stradale praticamente martoriato da lavori scadenti e spesso frettolosi.

La fine di una 'piccola' era?

Non solo questioni politiche, ma anche civili, che non permettono al sindaco Raggi di poter respirare. Una figura troppo fragile per l’attuale situazione capitolina: forse il suo tono moderato e spesso pacato si va a scontrare con toni altisonanti ed imperiosi che hanno accompagnato le precedenti amministrazioni, escludendo ovviamente la giunta Marino. C’è chi chiedeva una figura diversa candidata in quel ruolo così delicato (Di Maio su tutti).

Figure e figurine (termine che spesso si capta in rete, durante le solite discussioni da bar), gestite e scambiati da poteri forti.

Ma quali sono questi famigerati poteri forti? Se si alza il tappeto, oltre a vedere la polvere, si noterà anche un cumulo di macerie, accantonate lì da anni: rimane difficile anche capire chi le ha frantumate e le ha nascoste lì sotto, visto che ormai i colpevoli si sono dileguati da tempo. Macerie che inoltre sono aumentate con il passare degli anni, causa di quel menefreghismo che continua ad abbracciare la nostra Capitale. E tra scandali e nomine dubbie, con la rincorsa quotidiana al colpevole di turno, la situazione a Roma peggiora di giorno in giorno. I nuvoloni continuano ad invadere la Capitale. Altro che Raggi di Sole.