Che i rapporti tra i rappresentanti della precedente amministrazione e quella attuale non fossero idilliaci era evidente. E Marino, l'ex sindaco della Capitale, redento dalla cronaca giudiziaria che lo ha unilateralmente scagionato dalle accuse per cui è stato costretto a lasciare il suo incarico, non ha perso tempo per rincarare la dose già traboccante di polemiche inerenti la costruzione dello stadio della Roma. Questo sembra aver finalmente completato l'iter legislativo necessario ad avviare la sua costruzione, pur mancando ancora una delibera ad hoc che deve esser approvata dalla maggioranza capitolina per sostituire la precedente, ritenuta inadeguata, licenziata dall'amministrazione Marino.

La delibera dovrebbe esser approvata dagli uffici competenti entro un mese.

L'accusa di Marino

Poco dopo il tanto sospirato raggiungimento di un compromesso tra i rappresentanti del Campidoglio e i proponenti collaboratori di James Pallotta, ottenuto lo scorso venerdì, l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino non ha perso tempo e ha scagliato il suo atto di accusa nei confronti di Virginia Raggi che, secondo il suo modo di vedere la questione, avrebbe decretato la morte di tutte quelle opere di pubblico interesse che erano state invece previste dal progetto da lui supportato. Il chirurgo non ha esitato nel sostenere che l'attuale sindaco abbia intenzionalmente svilito degli investimenti pari a 250 milioni per fare un favore ai costruttori.

Con il progetto attualmente approvato, infatti, non sarebbe prevista la costruzione di tutte quelle strutture logistiche funzionali a creare delle condizioni favorevoli per il raggiungimento dell'impianto, essendo stata cancellata la previsione di costruzione del ponte pedonale, del ponte che avrebbe collegato l'autostrada Roma-Fiumicino con la Via del Mare, la restaurazione di quest'ultima almeno fino al Raccordo, e il prolungamento della Metro B.

E ancora...

Altro tema trattato da Marino è quello relativo al vincolo di 30 anni. La sua giunta, ha detto, aveva approvato una delibera che legava con un vincolo di strumentalità per appunto 30 anni lo stadio alla Roma, prevedendo una multa salata destinata ai proprietari se ciò poi non fosse avvenuto per qualsiasi motivo. Questo è per lui un elemento di fondamentale importanza che non può in alcun modo esser scisso dal progetto stadio; sembra, però, non esser ancora stato considerato dalla giunta Raggi.