Questa volta Vittorio Feltri ha esagerato davvero, o le fluviali accuse di sessismo che gli sono piovute addosso sono strumentali a coprire i fallimenti della politica tutta? A giudicare dal tono delle frasi apparse oggi, 10 febbraio, sul quotidiano Libero e dall’indignazione bipartisan montante, con tanto di solidarietà Pd nei confronti del ‘diavolo’ Raggi, sembrerebbe proprio chi ‘il Direttore’ questa volta abbia ecceduto. Forse volutamente, conscio della reazione furibonda che avrebbe scatenato. Non è possibile, infatti, credere, che un professionista con la sua esperienza e malizia non si fosse anticipatamente reso conto delle conseguenze.

“Nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali – si legge nel sottotitolo dell’articolo di prima pagina dedicato a Virginia Raggi – la sua storia ricorda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine, che finì malissimo”. E poi, in caratteri cubitali, il titolo pietra dello scandalo: patata bollente.

Feltri cerca di fare un maldestro parallelo tra il vecchio Silvio - accusato dai pm milanesi di aver comprato il silenzio di alcune testimoni nel processo Ruby ter - e la giovane Virginia, protagonista suo malgrado delle vicende di gossip politico montate dai media intorno alla figura del suo collaboratore Salvatore Romeo. Anche se a pagina 3 di Libero il direttore sembra voler correggere parzialmente il tiro spiegando che “una patata bollente può bruciare Virginia”, nel prosieguo del suo editoriale finisce per peggiorare la situazione.

“La Raggi ha mostrato un debole per un dipendente comunale e gli ha dato l’aumento - scrive infatti Feltri senza peli sulla lingua - meglio il Cav che pagava di tasca propria”.

Le reazioni politiche

Non lo avesse mai detto.

Parole che sono riuscite nel miracolo di ricompattare l’intero fronte politico, destra esclusa. Logica l’immediata reazione di Beppe Grillo che fornisce gli indirizzi twitter dello stesso Feltri e del direttore responsabile di Libero, Pietro Senaldi, invitando gli internauti a farsi sentire contro la cosiddetta “informazione italiana”.

Scontato anche l’intervento di Luigi Di Maio che esprime solidarietà alla Raggi indipendentemente dal fatto che si parli di “sessismo o idiozia”. Solidale al 100% su Facebook con Virginia anche la presunta ‘nemica interna’ Roberta Lombardi.

Fino a qui tutto normale. Ma l’odore di sessismo mette subito sulla difensiva l’intero Pd che, con il presidente Matteo Orfini e le deputate Alessia Morani e Laura Coccia in prima fila, non ha dubbi a dare vita a questa inedita alleanza antifeltriana col M5S. “La prima pagina di Libero è una schifezza senza se e senza ma”, aggiunge un altro Dem, quel Roberto Giachetti battuto proprio dalla Raggi nella corsa al Campidoglio. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, non si lascia certo sfuggire di cavalcare l’onda del sessismo e dei diritti delle donne presuntamente violati.

“Giornalismo spazzatura”, questo il suo giudizio sprezzante. La voce del governo, invece, è quella della sottosegretaria Maria Elena Boschi che, in una nota, esprime solidarietà alla sindaca capitolina e condanna i “riferimenti allusivi e volgari nei suoi riguardi”.