Nel Pd nessuno - almeno a parole - sembra volerla ma, a quanto pare, la scissione sarà l'esito di queste dure settimane di dibattito interno. L'Assemblea nazionale di domenica 19 febbraio sembra aver sancito, oltre all'apertura ufficiale della fase congressuale nel Partito Democratico, la decisione - ormai inevitabile per la minoranza - di uscire dal Pd, mettendo così fine ad una fase di stallo portata avanti in queste settimane.

Pd all'ultimo giro?

Per qualcuno, il dado era stato tratto già nella giornata di sabato, quando Michele Emiliano, assieme a Rossi e Speranza, aveva posto quello che fin da subito era parso come un ultimatum per il segretario uscente.

Si sono rivelate inutili, quindi, le parole dei tanti "pompieri", che nel corso della giornata si sono succeduti sul podio dell'Hotel Parco dei Principi per gettare acqua sul fuoco dell'ormai insanabile conflitto interno. Persino il sempre "fumantino" Michele Emiliano era parso accomodante - forse anche troppo per qualcuno - e addirittura si era vociferato, durante la lunga giornata di assemblea, di "una scissione della scissione". In serata, la nota a firma di Emiliano, Rossi e Speranza ha fatto cadere qualsiasi possibilità di un lieto fine.

Chi uscirà?

Era arrivato persino Walter Veltroni, che da tempo non parlava come esponente del Pd, per cercare di ricucire lo strappo. A nulla sono valse nemmeno le mediazioni dei vari diplomatici che, da una parte e dall'altra degli schieramenti, si sono adoperati per scongiurare il peggio.

A questo punto si tratta solo di capire chi, dal gruppo di minoranza, uscirà davvero dal Partito. Se il Presidente della Toscana Enrico Rossi sembra essere una certezza, anche alla luce del suo intervento in cui ha esplicitamente parlato di "una nuova area" pronta a nascere, ora ci si chiede chi saranno gli altri "scissionisti".

Se dovesse uscire anche Speranza - "bersaniano" di ferro - è chiaro che con lui andrebbe via tutta l'ala da sempre fedele all'ex segretario Bersani. Difficile invece capire il destino di Michele Emiliano che, almeno a parole, pare abbia preso leggermente le distanze rispetto ai suoi storici "alleati" nel proseguire verso la strada della scissione.

Pd: destinazione congresso

A questo punto non resta che attendere. La prossima scadenza ufficiale è la direzione nazionale del partito, chiamata a ratificare e a dare attuazione al mandato dell'Assemblea nazionale. Successivamente si dovrà organizzare il Congresso, la cui importanza dipenderà da coloro che lasceranno, o meno, il partito. Più pesanti saranno i nomi, più "leggere" - almeno politicamente - rischiano di essere le primarie che verranno convocate dal Partito Democratico.