La scelta russa di depenalizzare i reati familiari sta facendo parlare tutta l'Europa e non solo. Vladimir Putin ha firmato la controversa legge che cambia il reato di "violenza domestica", andandolo a trasformare in un semplice illecito amministrativo. Nello specifico, il testo della legge prevede che si potrà parlare di reato solo nel caso in cui, chi ha commesso la violenza, abbia provocato gravi danni fisici, oppure se si tratta di un individuo già condannato per lo stesso motivo.

In caso contrario - assenza di danni fisici o di condanne - si rischierà una multa fino a 470 euro e fino a 15 giorni di galera.

Perché è stata presa questa decisione?

La Duma, il parlamento russo, ha sentito la necessità di depenalizzare questo reato per snellire la quantità di processi in corso. Secondo gran parte dell'opinione pubblica, ciò equivale a legalizzare la violenza in famiglia, quella sulle donne e anche sui figli. Prima della firma di Putin bastava qualsiasi forma di maltrattamento - anche non fisico - per creare i presupposti per un processo a carico del presunto colpevole. Non è quindi una scelta "antifemminista" o "maschilista" quella del Presidente, ma un'azione volta a migliorare e a snellire il lavoro di giurisdizione dello Stato.

Del resto, questo non è affatto il primo intervento di Putin che viene dibattuto e contestato dall'opinione pubblica.

Ovviamente, come per ogni altra scelta politica, bisognerà aspettare per vedere (dati alla mano) se sarà stata una manovra azzeccata e se porterà i risultati sperati.

Sicuramente la politica internazionale, negli ultimi tempi, è in pieno fermento: dal fenomeno Brexit nel Regno Unito, passando per i tanto discussi provvedimenti del neopresidente statunitense Trump, fino alla politica francese ed alla proposta della "Frexit" di Marie Le Pen.

Tornando alla Russia, nonostante la condanna unanime a questa depenalizzazione, se non aumenteranno i casi di violenza domestica e se si elimineranno molti problemi di burocrazia, bisognerà riconoscere che Putin avrà fatto centro, e che nessuno potrà più "lapidarlo" virtualmente sui social network. Titoli scandalosi hanno, infatti, accompagnato questa scelta della Russia, ancor prima di valutarne in maniera obiettiva i pro e i contro.