Il neoeletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prosegue il percorso annunciato durante la sua candidatura e riconfermato durante il discorso di insediamento alla Casa Bianca, ed ha varato nuove misure che prevedono l'immediato rimpatrio degli immigrati clandestini e l'aumento delle forze dell'ordine impiegate per contrastare il fenomeno dell'immigrazione. Se l'opinione degli stessi americani e del mondo, a tal riguardo, rimane divisa, probabilmente chi viene costretto a ritornare in un paese dal quale era fuggito non ha tempo di crearsi opinioni, e deve piuttosto trovare una soluzione.

Guadalupe Olivas Valencia, un migrante irregolare proveniente dal messico, deve aver pensato di non avere più soluzioni a disposizione, perché ha deciso di suicidarsi durante il rimpatrio lampo disposto proprio dalla nuova amministrazione Trump.

Il suicidio avviene da un ponte, alla frontiera USA-Tijuana

Come dichiarato nel pomeriggio dal sito dell'ANSA, Guadalupe Olivas Valencia era un immigrato messicano, di quarantacinque anni e originario di Sinaloa, uno stato situato nel Nord-Ovest del Messico e tristemente noto per la costante guerriglia legata al narcotraffico. L'uomo era stato fermato questo lunedì a San Diego, dalle forze dell'ordine, che, trovandolo senza regolare permesso di soggiorno, ne hanno immediatamente disposto il rimpatrio.

Secondo le fonti, il suicidio è avvenuto proprio durante l'espulsione: l'uomo, verso le 8.20 di stamattina, si è lanciato da un cavalcavia alto dieci metri, situato al confine fra Stati Uniti e Messico, nei pressi di Tijuana (come dichiarato dal responsabile della sicurezza del luogo, Marco Antonio Sotomayor). Olivas non è morto sul colpo, i paramedici sono arrivati sul luogo verso le 9 e l'hanno trasportato d'urgenza in ospedale, dove però i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso per arresto cardiaco e traumi alla testa.

Espulso già due volte, l'uomo non voleva tornare in Messico

Alcuni passanti affermano di avere visto l'uomo in un evidente stato d'ansia, e alcuni di loro l'hanno sentito urlare di non volere tornare nel paese d'origine, questo poco prima che compisse il disperato gesto. Inoltre, sembra che l'uomo fosse in possesso di un kit di sopravvivenza (contenente cibo e beni primari) fornito dall'ICE (Immigration and Customs Enforcement Agency) a tutti gli immigrati che vengono esplusi. La notizia del suicidio arriva in concomitanza con l'inasprimento delle misure di sicurezza per l'identificazione e l'espulsione degli immigrati irregolari.