Aumenta la tensione tra USA ed Iran. Il Paese a maggioranza musulmana, inserito nel Muslim Ban di Trump, è stato il primo a reagire al bando, dapprima effettuando dei test missilistici, e poi bloccando la squadra di lotta americana, impedendole di partecipare ai campionati del mondo di wrestling che si svolgeranno proprio in Iran, nella città di Kermanshah, il 16 e 17 febbraio.

Le continue tensioni tra i due Stati rischiano di far saltare l'accordo sul nucleare, accordo che permetteva all'Iran di arricchire l'uranio a scopi energetici e che aveva portato ad una netta distensione nei rapporti tra le due nazioni sotto l'amministrazione Obama.

La risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere: venerdì 3 febbraio, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto nuove sanzioni all'Iran, proprio in virtù dei test missilistici del 29 gennaio. Le sanzioni colpiscono 25 persone ed entità interessate al programma balistico iraniano, che vengono inoltre accusate di sostenere associazioni terroristiche come il gruppo militare sciita del Libano.

Secondo John Smith, direttore dell'Ufficio del Tesoro per il Controllo degli Affari Stranieri, il test missilistico violerebbe il "nuclear deal", poiché non rientrerebbe nell'accordo stipulato tra le parti. Immediata la replica del Ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, il quale ha negato che quella tipologia di missili possa montare testate nucleari, aggiungendo che in un mondo pieno di lupi, come gli Stati Uniti d'America, prepararsi a difendersi è un diritto dell'Iran.

Negli States la notizia delle nuove sanzioni a Teheran è stata accolta positivamente dai sostenitori del presidente, che già durante la campagna elettorale avevano criticato il "nuclear deal". Sul fronte opposto, però, c'è un nutrito gruppo di alleati repubblicani che con il paese di Rouhani è in affari, e teme che l'inasprimento dei rapporti diplomatici possa danneggiarli.

Anche Al-Qaida ha fatto sentire la sua voce con un comunicato stampa in cui accusa il presidente Donald Trump di aver soffiato sul fuoco della jihad, alimentandolo.

Non si sa come andrà a finire la questione, ma gli effetti del Muslim Ban sembrano farsi sempre più catastrofici e, d'altronde, non poteva essere altrimenti: in un mondo che necessita di unità e comprensione reciproca per arrivare alla pace, ogni provvedimento che mira alla divisione e al pregiudizio non può che peggiorare la situazione.