Dimissioni ed ennesimo cambiamento. I continui scandali (o presunti tali, stando alle parole degli esponenti del M5S) che stanno accompagnando la giunta pentastellata, iniziano a pesare. L’eco delle dimissioni, udibile già da qualche mese, si sta espandendo nei palazzi istituzionali della Capitale. Ma davvero questa potrebbe essere la mossa giusta? Roma come l’Italia, in un caos politico che non sembra avere fine. In molte occasioni viene usata la parola dimissioni, soprattutto quando le acque si agitano: ma lasciare non è così semplice, soprattutto in una situazione simile.

“Non posso dire di non averci pensato, ma abbiamo un progetto importante per Roma che merita di essere portato avanti”. Situazioni che avrebbero sfiancato anche un toro, a suo dire.

L'idea di mollare tutto

Dunque, anche la stessa Raggi ha pensato di lasciare, ma c’è un progetto solido su cui appoggiarsi per poter andare avanti. Ma cosa porterebbero le eventuali dimissioni? Caos, caos e ancora caos. L’instabilità politica porterebbe ad una nuova tornata elettorale, non prima di un anno. Ovviamente non bisogna dimenticare le elezioni per il nuovo Premier, che incombono sulla schiena di un paese ormai logoro, sfiancato. Come quel toro nominato dalla Raggi. Ma l’italica filosofia di chiudere un capitolo non appena la storia non riesce a soddisfare qualcuno, sembra investire nuovamente Roma, ancora una volta.

E non importa se l’eventuale progetto possa essere un beneficio per la città. L’importante è ricominciare di nuovo. Ancora una volta, dove il cane che si morde la coda non è più metafora, ma pura realtà.