Saranno primarie infuocate quelle del Partito Democratico. I 3 candidati: l’ex premier Matteo Renzi, il guardasigilli Andrea Orlando e il governatore della regione Puglia già sindaco di Bari Michele Emiliano stanno iniziando ad affilare le lame in vista della consultazione interna che designerà non solo il nuovo leader di partito, ma anche il prossimo candidato premier in vista delle elezioni politiche che si terranno al più tardi nel 2018.

Renzi e la Consip

La posizione dell’ attuale segretario già presidente del consiglio è nota. La sua politica ha portato a una spaccatura nel partito con relativa scissione da parte di alcuni esponenti vicini all’area ex D.S.

Per lungo tempo tra i fautori della scissione, almeno a parole, c’è stato proprio Michele Emiliano che all’ultimo momento si è tirato indietro per tentare la scalata nel Pd. Il Leader, inoltre, è toccato indirettamente dalla vicenda Consip. Indirettamente perché assolutamente non coinvolto personalmente, ma ad esservi coinvolto è il padre, e certo questo può influire sulla tranquillità del segretario in carica.

In tutto questo, Renzi deve affrontare il problema Lotti, mentre incassa il sostegno, a parole, di Gentiloni ma perde quello di vari ministri tra cui la Fedeli, e dei Franceschiniani che si avvicinano ad Orlando.

Emiliano e Orlando

Anche Michele Emiliano ha i suoi grattacapi. Mentre si cimenta in alcune ardite dichiarazioni contro il Ministro della Giustizia e suo avversario alla carica di segretario Andrea Orlando, si ritrova indagato dal CSM in quanto secondo la procura generale della Cassazione avrebbe violato il DL 109/2006 per cui un magistrato (pur in aspettativa come Emiliano), non può essere iscritto e partecipare alla vita attiva di un partito politico anche se collocato temporaneamente fuori luogo.

Mentre si difende e respinge le accuse, Emiliano cerca di infliggere una stoccata al contender. Secondo Emiliano, Orlando dovrebbe dimettersi da ministro e magari anche da candidato segretario trovandosi in una posizione, a suo dire, di conflitto di interessi come guardasigilli nei confronti del caso Consip che, come già accennato, riguarda indirettamente anche Matteo Renzi.

A stretto giro la replica dell’entourage di Orlando, outsider della competizione, che oltre all’indignazione sulle esternazioni mediatiche del presidente della regione Puglia punta il dito proprio sulla violazione della 109/2006 che sta creando non pochi problemi all’ex sindaco di Bari.