Non solo la vicenda Consip, ma anche le questioni politiche locali stanno turbando le ultime giornate in casa Tiziano Renzi. Il padre dell'ex Premier Matteo infatti, da tempo segretario comunale del Pd di Rignano sull'Arno (comune a pochi chilometri da Firenze), nelle ultime ore sta infatti ricevendo moltissime pressioni per fare un passo indietro.

La situazione nel Partito Democratico di Rignano è piuttosto caotica da quando, lunedì scorso, il sindaco in carica Daniele Lorenzini, ha annunciato pubblicamente la propria intenzione di ricandidarsi a Sindaco senza il simbolo del PD.

Il tutto quando lo stesso partito, appena due settimane fa, aveva rinnovato la fiducia al "primo cittadino" affinché esso si potesse candidare per un secondo mandato. Nel 2012 infatti Lorenzini era stato eletto a sindaco di Rignano con una lista del PD, ottenendo il 51% dei voti e tutto sembrava andare verso una riconferma di tale assetto anche in vista delle elezioni Amministrative di questa primavera 2017. E invece Lorenzini, storico amico di Tiziano Renzi e medico di famiglia dell'ex Premier, ha deciso di voltare le spalle al partito annunciando la volontà di presentarsi alle prossime elezioni alla guida di una lista civica, pur intendendo restare iscritto al PD. Tale decisione, a suo dire, non sarebbe legata alle recenti vicissitudini Consip, ma piuttosto dovuta allo "spettacolo" politico di divisione che il partito sta offrendo in questo periodo.

Intanto Tiziano Renzi, che è in procinto di partire per un pellegrinaggio già programmato a Medjugorie, secondo quanto riportato da Repubblica di Firenze ha affermato: "Il mio mandato è già a disposizione. Non sarò solo io a decidere, valuteremo insieme nel partito". Un cambio al vertice che, secondo ControRadio, avverrà già il 13 marzo con la nomina di un nuovo reggente.

Insomma la situazione nel PD del paese toscano appare piuttosto caotica in questi ultimi giorni.

A Rignano sull'Arno alle elezioni senza il simbolo del PD?

Intanto rimane per il partito rignanese la grande incognita rappresentata dalla scelta del Sindaco di non voler correre sotto il simbolo del PD. Cosa faranno i vertici democratici?

Accetteranno di "sciogliersi" dentro la lista civica di Lorenzini o piuttosto proveranno a presentarne una propria in alternativa? Anche perché, è bene precisarlo, in un comune come Rignano sull'Arno (8.500 abitanti) non sono previsti dalla legge gli apparentamenti fra liste, ma ciascuna di esse deve correre con un proprio candidato a sindaco. Così come non sono previsti ballottaggi: infatti si vota con un turno unico e vince chi prende anche un solo voto in più rispetto al secondo.Tutti elementi che faranno molto riflettere i vertici locali del PD prima di prendere a cuor leggero qualsiasi decisione. Anche perché perdere il governo del Comune originario di Matteo Renzi sarebbe sicuramente una beffa, oltre che un elemento simbolico di cattivo auspicio per il Partito Democratico.