Per il socialdemocratico Jeroen Dijsselbloem, ministro uscente delle Finanze olandese, nonché presidente dell'Eurogruppo, i Paesi del Nord Europa sono stati estremamente solidali con quelli del Sud, soprattutto durante i periodi di crisi, ma è necessario rispettare i patti e soprattutto non sperperare soldi per cose superflue e poi chiederli al fondo comune europeo. Con queste dichiarazioni, però, rilasciate al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), subito si è scatenata la bufera nell'Europarlamento, e non solo.

Per Pittella sono "parole vergognose"

Nel mirino i Paesi del Sud Europa, con parole che non sono piaciute innanzitutto ai deputati spagnoli, primi a contestare il presidente dell'Eurogruppo durante l'audizione alla commissione economica del Parlamento Ue, reclamando immediate scuse pubbliche, e subito seguiti, tra gli altri, da Gianni Pittella, capogruppo del Pse all'Europarlamento, il quale ha definito le parole di Dijsselbloem "scioccanti e vergognose" ed ha aggiunto che non possono esserci scuse o ragioni per le quali, soprattutto da parte di un deputato progressista, si possano usare espressioni del genere.

Il M5s Europa chiede immediatate dimissioni

Non solo Pittella, ma forti anche i toni del M5s Europa che chiede immediate dimissioni per il presidente dell'Eurogruppo e definisce, in una nota, inaccettabili le parole del presidente, detentore, tra l'altro, delle chiavi della moneta unica.

Il M5s, inoltre, non perde occasione per criticare quella che viene definita come la visione di Europa di Dijsselbloem che vede, nei Paesi del Nord, una presunta superiorità economica, morale e anche culturale rispetto al Sud.

È necessario parlare degli impegni e degli sforzi che devono essere fatti

Né le scuse né le dimissioni sono però arrivate da parte del presidente, il quale ha sottolineato che nessuno avrebbe dovuto sentirsi offeso, dal momento che il suo era un discorso generale, senza un'indicazione geografica precisa, e che andava a toccare anche la sua stessa Olanda, accusata di non aver, "a volte", rispettato vincoli e impegni europei, e sottolineando l'importanza di una politica che tenga conto degli impegni e degli sforzi di ogni Paese, per valorizzare e mantenere la solidarietà tra i Paesi membri dell'Ue.