Giuliano poletti è nuovamente al centro di accese polemiche per una frase pronunciata durante un incontro con i giovani studenti dell'istituto tecnico Manfredi Tanari di Bologna. ll ministro ha dichiarato che sarebbe "più utile giocare a calcetto che inviare CV", poiché in qualunque Lavoro è fondamentale il rapporto di fiducia che si costruisce appunto coltivando le relazioni in ambito extralavorativo. In una nota successiva è stato poi specificato che non si intendeva sminuire il valore dei curriculum quanto piuttosto sottolineare l'utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola.

Non è la prima volta le dichiarazioni dell'ex presidente della LegaCoop destano scalpore e critiche accese, in precedenza avevano fatto discutere delle esternazioni sull'utilità delle lauree prese in ritardo e sui giovani espatriati.

La cultura della relazione

Se la determinante di fondo del rapporto di lavoro è la fiducia, di fatto si restringe il campo ai soli soggetti con i quali esiste un rapporto di conoscenza consolidato, che per definizione sono gli unici "fidati". In questo modo la fiducia diviene l'alibi perfetto per escludere in modo arbitrario i candidati più capaci, ma meno conosciuti, con la giustificazione che non si sa se possiamo fidarci.

Non c'è da meravigliarsi, allora, se tutti coloro i quali non riescono a inserirsi nel "circuito della fiducia" o per mancanza di relazioni pregresse o di intraprendenza, finiscano per lasciare il paese o per rinunciare ad eventuali aspirazioni professionali.

Il ristagno economico e sociale

Pertanto, le esternazioni più recenti del ministro confermano una visione del mondo marcatamente conservatrice e tesa a preservare lo status quo, di fatto opponendo resistenza a tutte quelle forme di innovazione, che potrebbero modificare l'ordine costituito. In quest'ottica, si può leggere anche la recente abolizione dei voucher che minacciava di introdurre elementi di flessibilità nella relazione tradizionale tra lavoratore e impresa.

Questo tipo di impostazione contribuisce negativamente alla crescita e all'ammodernamento del paese, costituendo di fatto una delle determinanti del declino economico e sociale sperimentato dall'Italia negli ultimi decenni.